De Laurentis, Conte e giocatori sono stati ricevuti dal Pontefice in Vaticano. “Il campionato si vince tutti insieme: società, allenatore, staff tecnico e giocatori”
Mezz’ora parlando di calcio, di passione, di vittorie. Poco dopo le 12.15 è terminato l’incontro tra Papa Leone XIV e il Napoli, che dopo il bagno di folla di ieri sul lungomare Caracciolo continua a festeggiare nel modo più totalizzante e travolgente possibile il quarto scudetto della sua storia.
l’incontro
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La squadra, accompagnata ovviamente dal presidente Aurelio De Laurentiis e da Antonio Conte, è arrivata a Roma con il treno alla stazione Termini intorno alle 10 e dopo circa mezzora ha fatto il suo ingresso in Vaticano, dalla Porta del Perugino, la stessa da cui domenica partirà la tappa finale del Giro d’Italia. Quindi l’atteso incontro nella Sala Clementina con il “nuovo” Santo Padre, notoriamente grande appassionato di sport. Una sessantina di persone tra giocatori con le loro famiglie e dipendenti della società, che ora è pronta per il “rompete le righe” in vista della nuova stagione (anticipi della prima giornata il 23 agosto) che la vedrà di nuovo impegnata in Champions League.
le parole
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“Vincere il campionato è un traguardo che si raggiunge al termine di un lungo percorso, dove ciò che conta di più non è l’exploit di una volta, o la prestazione straordinaria di un campione. Il campionato lo vince la squadra, e quando dico `squadra´ intendo sia i giocatori, sia l’allenatore con tutto il team, sia la società sportiva”, ha detto il Santo Padre agli azzurri. “Sono contento di accogliervi adesso, per mettere in risalto questo aspetto del vostro successo, che ritengo il più importante. E direi che lo è anche dal punto di vista sociale. Sappiamo quanto il calcio sia popolare in Italia e nel mondo e allora, anche sotto questo profilo, mi sembra che il valore sociale di un avvenimento come questo, che supera il fatto meramente tecnico-sportivo, è l’esempio di una squadra – in senso lato – che lavora insieme, in cui i talenti dei singoli sono messi al servizio dell’insieme. E c’è un’ultima cosa che mi sta a cuore dire approfittando di questa occasione. Si tratta dell’aspetto educativo. Purtroppo, quando lo sport diventa business, rischia di perdere i valori che lo rendono educativo, e può diventare addirittura dis-educativo. Su questo bisogna vigilare, specialmente quando si ha a che fare con gli adolescenti. Faccio appello ai genitori e ai dirigenti sportivi: bisogna stare bene attenti alla qualità morale dell’esperienza sportiva a livello agonistico, perché c’è di mezzo la crescita umana dei giovani”. E sul suo presunto tifo giallorosso il Pontefice dice: “La stampa dice che io sono romanista. Ma benvenuti”.
festa
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Ad attendere fuori dai cancelli della Santa Sede i due pullman bianchi su cui il gruppo Napoli ha viaggiato, una cinquantina di persone, molte con maglie e sciarpe azzurre. I giocatori non si sono potuti fermare (l’incontro è iniziato in leggero ritardo, sono usciti alle con il treno con partenza prevista 12.30) ma i tifosi si sono fatti sentire: “Grande presidente – grida uno verso l’auto con a bordo De Laurentiis – pare ‘o Papa”. Ed è partito anche il “Siamo noi i campioni dell’Italia siamo noi”. La visita a Papa Prevost era iniziata con qualche minuto di ritardo e si è prolungata più del previsto, tanto che il Napoli ha perso il treno in partenza alle 12.30. Poco male, l’incontro con il Pontefice ha comunque reso felici tutti.
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