A Como il serbo entra e brilla, ma gli viene negato il gol. Annata sfortunata, adesso vuole lasciare il segno
Si riparte dai riflettori accesi, dall’aria fredda e pungente del finale di Como. Perché è quasi sempre vero che il meglio è servito nella coda, e il teorema vale perfettamente per il Toro visto all’opera domenica in riva al lago. Laddove, proprio quando tutta stava per finire, è riemerso con impeto il talento di un ragazzo serbo di ventiquattro anni (da poco compiuti, il 17 marzo), che dietro di sé, in giro per l’Europa, ha sempre lasciato una scia di commenti lusinghieri e di giudizi positivi. Ivan Ilic si è ripreso la scena in un colpo solo. Anzi, per l’esattezza, in un solo tiro, scoccato dal limite dell’area di rigore. Se non ci fosse stato il doppio tocco di Biraghi al momento di calciare l’angolo, staremmo parlando della perla di un serbo ricco di talento che sarebbe valsa un punto nella casa del Como. Sull’economia del gioco granata, l’ingresso di Ilic ha avuto un impatto importante. E non è soltanto per la prodezza che avrebbe fruttato il pari definitivo. Ilic ha corso, lottato, si è infilato in più di una giocata mentre i compagni cercavano di risalire la corrente in una partita complicata e nella quale il pallino del gioco era spesso tra i piedi dei palleggiatori di Fabregas. Il suo è stato un impatto da Toro. Sul taccuino da viaggio di Paolo Vanoli sono entrati appunti molto significativi.
L’ex bambino
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Non è stata un’annata fortunata quella di Ilic, nonostante fosse cominciata con uno splendido gol (per ora è l’unico di questa stagione) nella vittoria casalinga contro l’Atalanta alla seconda giornata. Poco dopo è arrivata tutta una serie di piccoli acciacchi che, di volta in volta, hanno obbligato Vanoli a dover rinunciare a lui. Nulla di grave, ma tanti mini-imprevisti in serie che lo hanno tenuto alla finestra. A gennaio sono poi arrivate le distrazioni portate, inevitabilmente, dal mercato, perché Ilic è un centrocampista di qualità e come tale è appetito: per lui hanno bussato alla porta del Toro sia lo Zenit San Pietroburgo sia lo Spartak Mosca. Alla fine, il Toro è riuscito a blindarlo, lasciandolo a disposizione di Paolo Vanoli. C’era un tempo in cui Ilic era “il mio bambino”. E la definizione porta la firma di un altro allenatore, quell’Ivan Juric che prima lo ha svezzato a Verona e poi lo ha voluto a Torino, venendo accontentato dalla proprietà granata (Ilic è stata un’operazione costata 17 milioni). Adesso quel bambino è diventato grande. E le difficoltà incontrate in questa stagione lo avranno fortificato.
messaggio
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È quanto Ilic ha raccontato in quei diciassette minuti finali nei quali è rimasto in campo a Como. Tanto gli è bastato per spedire un po’ di messaggi importanti a Vanoli. Dal lunedì di Pasquetta, il Toro metterà piede nel gran finale di questo campionato (con le ultime sei giornate) e, da questo momento, ha la certezza di aver ritrovato una risorsa di qualità. Ilic si candida, naturalmente, a essere uno dei protagonisti nella prossima sfida casalinga di fronte all’Udinese. Per il Toro significa avere una carta d’oro in più, che tra l’altro darà la possibilità a Vanoli di avere molte più soluzioni. Per Ilic è la grande opportunità, perché questa sua annata non può certo finire così.
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verso l’udinese
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In vista del prossimo match di campionato, contro l’Udinese, due sono gli osservati speciali: il trequartista Nikola Vlasic e l’esterno Valentino Lazaro. Sono due situazioni molto diverse, ma entrambi sono in infermeria affidati ai medici del Toro. La domanda è se Vlasic e Lazaro riusciranno ad esserci nella sfida del lunedì di Pasquetta, in programma alle ore 12.30. Chi appare più vicino al rientro, pur mantenendo tutte le cautele del caso, è Nikola Vlasic. Riepiloghiamo: domenica mattina, poche ore prima di affrontare il Como, il croato ha avvertito un risentimento a un polpaccio. Si tratta delle conseguenze di un colpo che Vlasic aveva preso qualche giorno prima in allenamento. Vanoli ha concesso tre giorni liberi alla squadra che anche Vlasic sfrutterà per un riposo assoluto. Giovedì si riprenderà al Filadelfia (doppia seduta) e sarà rivalutato dai medici: se il risentimento sarà stato del tutto assorbito, lunedì potrà esserci. Lazaro, invece, è fermo da qualche settimana, anche lui per noie a un polpaccio. Ma stavolta la causa non è un trauma, ma è di natura muscolare. Gli servirà quindi più tempo per rientrare.
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