Rispunta il vecchio Milan: Hernandez e Rafa di nuovo in forma, Mike decisivo. I leader della squadra ora spingono per conquistare un trofeo
I senatori rossoneri hanno i capelli colorati o le treccine: il talento si accompagna all’estro e l’estro si manifesta nelle giocate e nel look. Così Theo e Leao sono tornati a sorpassare a sinistra: o meglio Theo si mantiene su velocità standard, niente di eccezionale ma sempre meglio di quando procedeva a rilento, mentre Rafa parte a razzo. Due sere fa era seduto in panchina a Marassi e una volta entrato in campo ha firmato il pari ed è stato determinante sul raddoppio. E’ così diventato uno dei tre giocatori con almeno otto gol e altrettanti assist in campionato, insieme al compagno Pulisic (che di reti ne ha firmate dieci) e l’azzurro Lukaku. Qualcosa deve essere scattato di recente: lo stesso Rafa ha preso parte a cinque gol (tre reti, due assist) nelle ultime sei presenze in trasferta in Serie A. La curiosità è che succede tutto lontano da San Siro e per il Milan è comunque un dato confortante: il portoghese sarà squalificato per la prossima gara casalinga contro il Bologna, terzultima di A, ma ci sarà all’Olimpico di Roma cinque giorni più tardi nella finalissima di Coppa Italia. Da titolare e riposato.
complicità
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A lanciarlo sulla fascia vuole pensarci ancora Theo Hernandez, terzo rossonero per minuti giocati: significa che nonostante tutto, gli errori e le distrazioni, è rimasto un insostituibile. E la scelta sta premiando Conceiçao: Theo è più attento, più responsabile, più grintoso. Anche sul campo del Genoa è partito in una delle sue azioni personali conclusa senza fortuna: conta la volontà, per la mira arriveranno presto altre occasioni. Il nuovo modulo lo ha rilanciato: meno compiti di copertura, alle sue spalle gli avversari sbattono su Pavlovic, e più libertà d’azione. La difesa a tre gli permette di far base qualche metro più avanti e di vedere con più chiarezza quello che accade in area. Non sembra però solo una questione tattica: il sistema ha restituito solidità alla squadra sotto tutti gli aspetti. Più equilibrata, meno esposta ai pericoli, e più votata all’attacco: ma anche più unita, come dimostra il cerchio di giocatori chiamato dall’allenatore dopo la vittoria di Genova. I risultati hanno aiutato a ritrovare entusiasmo e complicità.
magic mike
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Come si percepisce anche dagli scambi social tra i protagonisti: con una storia Instagram Pulisic ha voluto ringraziare Maignan “Thanks for saving me”, grazie per avermi salvato. Con il video dell’azione di Marassi in cui Capitan America devia verso la propria porta ed esalta i riflessi di Maignan. La miglior parata della serata. Non l’unica: altri interventi risolutivi su Norton-Cuffy o sull’ex Messias. Altri anelli di una catena di parate che si fa sempre più lunga e determinante per le sorti della squadra. Con Rafa e Theo, rossoneri dal 2019, Maignan è il terzo senatore . Arrivato due estati più tardi, in tempo per vincere lo scudetto al Lilla e subito dopo al Milan, e meno estroso nel look degli altri due. Si fa comunque notare: in porta e non solo. Continua a staccarsi fino al centrocampo per ordinare i movimenti sulle punizioni a favore o per disporre i compagni sui calci piazzati verso la porta avversaria. Insomma, molto più di un portiere.
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per la conferma
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Il vecchio Diavolo si è ripresentato al momento opportuno, e cioè a pochi giorni da una finale che può consegnare il secondo trofeo stagionale. Il vecchio Diavolo vuol far parte anche del nuovo corso: Theo e Maignan giocano per la conferma rossonera e per una firma che valga il rinnovo sul contratto. Leao cerca una firma diversa, su un gol storico: ha vinto lo scudetto, lasciando che il pomeriggio di Reggio Emilia contro il Sassuolo fosse autografato da Giroud e Kessie. E nella finale di Supercoppa ha mandato in gol Abraham. Cerca un gol suo, un’incisione per scrivere Milan sulla Coppa.
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