I retroscena della cessione dell’argentino in estate alla Roma: l’ex tecnico lo apprezzava, ma i bianconeri avevano bisogno di risorse per finanziare i colpi in entrata
Dopo una buona stagione in prestito al Frosinone (11 gol, 3 assist) Matias Soulé la scorsa estate ha preferito continuare a giocare e non interrompere il suo percorso già in quel momento virtuoso. Il classe 2003, dopo gli ultimi anni di ascesa tra il settore giovanile della Juve e la promozione in prima squadra via Next Gen, aveva assaporato la bellezza di essere protagonista in massima serie nel club ciociaro, anche se l’esito della stagione – per via della retrocessione all’ultima giornata – era stato il peggiore possibile. L’estate scorsa, però, di fronte alla decisione di rimanere alla Juve o andar via, l’argentino ha unito la testa e il cuore e ha scelto di poter giocare con maggiore continuità altrove, avendo meno certezze a Torino.
la juve e la cessione di soulé
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La cessione di Soulé era stata ipotizzata a inizio estate, anche se a un certo punto sembrava che il calciatore rientrasse nelle idee di Thiago Motta. L’allenatore apprezzava il talento del ragazzo e la sua imprevedibilità: di fronte alle tante altre esigenze di mercato avrebbe valutato volentieri la sua permanenza, se il club non si fosse ritrovato costretto a muovere le tracce di mercato attorno al ragazzo. Con una serie di top fuori rosa ma senza trattative prossime alla chiusura (da Chiesa a Kostic, per citarne alcuni), le operazioni in casa Juve a luglio erano relegate a una fase di stallo preoccupante: a quel punto l’argentino diventò la chiave per dare sostanza alla seconda parentesi del mercato estivo, assicurando una buona somma da reinvestire immediatamente per definire gli affari in entrata.
soulé e l’addio alla juve
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Soulé si ritrovò a discutere con Giuntoli prima della partenza della Juve per il ritiro di Herzogenaurach: dopo una presa d’informazioni che non si era evoluta da parte del Feyenoord, sull’argentino era forte l’interesse del Leicester, ma il giocatore continuava a puntare i piedi per rimanere in Serie A strizzando l’occhio alla Roma. I confronti nell’asse Torino-Capitale si erano sviluppati su diversi scenari (si erano ipotizzati anche degli scambi), ma nessuna ipotesi aveva innescato le condizioni per una trattativa: l’affare Soulé, insomma, si sarebbe dovuto chiudere con un’offerta adeguata e dalla Continassa non erano disposti a fare sconti. L’operazione si sbloccò durante il soggiorno tedesco della Juve, tanto che il ragazzo (raggiunto in ritiro dal suo agente al penultimo giorno) chiese a Motta di non impiegarlo nella prima amichevole estiva contro il Norimberga.
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la stagione di soulé alla roma
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In effetti Soulé si trasferì nella Capitale, dove gli fu riservata una grandissima accoglienza da parte dei tifosi giallorossi, già al ritorno della Juve a Torino: per una cifra che toccava la quota dei 30 milioni richiesti dagli uomini della Continassa (25,6 milioni garantiti più 4 di eventuali bonus). A far leva sulla scelta del calciatore due modelli di riferimento che il ragazzo aveva già seguito durante la sua avventura alla Juve e che aveva frequentato fuori dal campo campo nella stagione trascorsa a Frosinone, ovvero Dybala e Paredes. Specie il primo è tra i suoi principali esempi di campo, il calciatore dal quale sta provando a imparare di più nel quotidiano: in un inserimento altalenante ma che, fino a questo momento, gli ha concesso di mettersi in mostra per mille e 500 minuti (impreziositi da 3 reti e un assist) e con prove di qualità che lasciano buone percezioni in prospettiva.
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