Morto Claris, ultrà Atalanta, striscione di minacce sul luogo del delitto

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Mazzi di fiori e una maglia della Curva Nord, ma anche un messaggio di avvertimento. Oggi il 18enne arrestato sarà interrogato a Brescia

Giorgio Dusi

Due mazzi di fiori, un nastro nerazzurro e una maglia della sua amata Curva Nord. Sono passate 36 ore da quando si è consumato l’omicidio di Riccardo Claris in via dei Ghirardelli, a pochi passi dal Gewiss Stadium e sul luogo del delitto nella notte sono stati posati dei ricordi in memoria del 26enne tifoso atalantino, ucciso da una coltellata alla schiena dopo una lite per questioni di tifo. Lo shock è ancora forte negli ambienti della tifoseria organizzata nerazzurra, che ieri a Monza ha voluto ricordare il compagno di curva con lo striscione “Claris ovunque con noi”.

il messaggio

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A qualche metro di distanza, poggiato sullo stesso muretto dove gli amici di Riccardo hanno depositato fiori e vessilli della Dea, uno striscione criptico e anonimo: “1 si è salvato rinnegandovi, 2 hanno seguito le vostre orme. È ora di tornare giù e accogliere il vostro destino”. Il messaggio non riporta alcuna firma. È stato posizionato verosimilmente nella notte, nei pressi della casa di Jacopo De Simone, al momento unico indagato per l’omicidio, che si è costituito. Il 18enne abitava proprio nella stessa via in cui si è consumato il dramma. Uno dei due fratelli di Jacopo, Carmine De Simone, 25 anni, lo scorso marzo era stato uno degli autori dell’omicidio di Luciano Muttoni, a Valbrembo, paese della provincia di Bergamo: alle sue spalle aveva una lunga storia di precedenti, ma da anni non viveva più con la famiglia. Jacopo, invece, risulta incensurato. Oggi sarà interrogato dal Gip nel carcere di Brescia per la convalida dell’arresto.

lutto

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La città di Bergamo è ancora sotto shock per quanto accaduto: Riccardo, nato a San Giovanni Bianco ma residente in città, era definito da tutti come un bravo ragazzo. Il padre, che gli aveva trasmesso la passione nerazzurra, è scomparso pochi anni fa, mentre la madre lavorava come dirigente negli istituti scolastici della città. Numerose le manifestazioni di solidarietà sui social per il classe 1999, conosciuto anche oltre i confini cittadini per le sue amicizie tedesche sviluppate frequentando la curva dell’Eintracht Francoforte, la cui tifoseria è storicamente gemellata con quella nerazzurra.



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