Rafa dopo Milan-Lazio ha scritto sui social, più pacato e meno polemico del solito. In campo fatica ma negli ultimi due mesi, ha parlato dopo le sconfitte più di quasi tutti i compagni
Nessuno era pronto a Rafa Leao il saggio. Leao è candidato a lasciare il Milan in estate, è criticato apertamente dai milanisti e dal mondo, eppure da qualche settimana – diciamo da metà dicembre – è diventato un portavoce del Milan. E tra tutti i ruoli che gli si poteva attribuire, questo proprio non era atteso. Rafa dopo l’1-2 con la Lazio ha scritto su Instagram: “Purtroppo siamo noi contro tutto e tutti. Lavoriamo per tornare a ottenere risultati positivi e il gruppo continuerà a essere più unito che mai!”. Un messaggio con un finale positivo, nonostante in campo fosse evidente la tensione a distanza tra lui e i tifosi. Non è un episodio isolato. Negli ultimi due mesi, Leao ha parlato in conferenza alla fine di Bologna-Milan, sia all’andata (flash) sia al ritorno (pre-gara) con il Feyenoord, in zona mista dopo il Girona, in mista dopo Como-Milan, in conferenza stampa dopo Milan-Cagliari, durante la festa per la Supercoppa. E ancora, per le partite con Genoa, Stella Rossa, Sassuolo, Slovan Bratislava e Bayer Leverkusen. Come si intuirà, non è esattamente sempre stata una festa.
perché parlA lui
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Il Milan in situazioni complesse manda quasi sempre a parlare Matteo Gabbia, che ha un modo di parlare da ambasciatore: pacato, mai polemiche e nemmeno grandi titoli. Gli altri leader – Theo, Maignan, fino ai nuovi acquisti Joao Felix e Gimenez – non vanno quasi mai a parlare in situazioni scomode e per i due francesi, dopo anni, è ovviamente una scelta. Leao invece accetta il confronto con i giornalisti e il club lo sceglie sempre più spesso come voce da zona mista. Ecco i motivi, dal punto di vista del club: Leao è considerato un ragazzo intelligente, un giocatore che tiene tanto al Milan – molto più della media – e non per caso è stato inserito nel gruppo dei capitani già in epoca-Pioli.
come parla
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Il modo di rispondere di Leao è molto meno controllato di quello di Gabbia e il linguaggio del corpo è senza filtri. Si capisce quando una domanda lo infastidisce, quando è deluso, quando vorrebbe reagire ma… non può. A Bologna, si è rivolto diretto a un giornalista: “Tu pensi che non volevamo vincere?”. Dopo il Cagliari, è stato autocritico: “Oggi ci è mancata cattiveria”. Nulla di speciale, ma è un cambiamento. Rafa tra campionato e Champions è giustamente accusato di non essere migliorato – chiuderà intorno ai 15 gol e ai 10-12 assist, come negli anni precedenti – ma a sorpresa è diventato una delle voci della squadra. Ma nella strana stagione del Milan, non ci si stupisce di nulla.
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