Israele gioca in Norvegia: ‘Per il nostro popolo e per gli ostaggi’ – Calcio

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Israele torna in campo nelle qualificazioni Mondiali, contro la Norvegia, e molto al di là dei conti di classifica ai quali anche l’Italia e’ interessata, la tensione resta alta, nonostante il cessate il fuoco. “Non ho mai pensato che potessimo essere esclusi dalle competizioni, sarebbe stato un grande errore”, dice il capitano israeliano, Eli Dasa. “Israele e’ in festa, il ritorno a casa degli ostaggi e’ cio’ che abbiamo atteso per due anni e per il quale abbiamo combattuto”, aggiunge il difensore, al quale fa eco il ct Ben Shimon: “Sappiamo che il nostro campo e’ lo sport, non la politica, ma al tempo stesso che è un grande giorno per la nostra squadra, i giocatori sono entusiasti per il ritorno degli ostaggi. Stiamo attraversando un periodo sanguinoso, tutta la nazione ne ha bisogno”. Lo stadio Ullevaal, a Oslo, sara’ sottoposto a rigide misure di sicurezza con controllo degli striscioni all’entrata. Nessun divieto di introdurre bandiere palestinesi, ma la federazione norvegese ha lanciato un appello esplicito ai suoi tifosi: “Incoraggiamo principalmente i tifosi a portare bandiere norvegesi e a tifare per la Norvegia in questa importante partita di qualificazione ai Mondiali. Questa è una partita di calcio, non una manifestazione politica”.

 

L’incasso della partita sara’ devoluto a Medici Senza Frontiere, che agisce nella striscia: una scelta che nei giorni scorsi la Federcalcio israeliana ha contestato con ironia. “Non siamo soliti discutere le scelte altrui: in questo caso, ci sentiamo solo di consigliare un controllo sulla destinazione dei fondi, perche’ non vadano ad associazioni terroristiche o alla caccia alle balene”. Lise Klaveness, presidente della Nff, è stata in prima fila all’interno dell’Uefa nel chiedere l’esclusione da Israele (“cosi’ come e’ stato fatto con la Russia”) in linea con la politica del governo norvegese che ha riconosciuto lo Stato di Palestina e ha deciso di vendere le partecipazioni in societa’ israeliane da parte del ricchissimo fondo sovrano nazionale. “Ma le sue parole non ci motivano particolarmente – la replica di Dasa – Siamo motivati di nostro”. “E’ una partita speciale, non possiamo far finta di non saperlo – ha detto da parte sua il ct della Norvegia, Solbakken – Mai pensato che potesse essere annullata o posticipata, come qualcuno chiedeva, e nessuno dei miei giocatori e’ venuto da me a dirmi che visto il clima e quel che succedeva, non se la sentiva. I giocatori sono stati ovviamente liberi di parlare di politica, ma e’ arrivato un punto in cui abbiamo preferito parlare di calcio, tra noi, e rinviare a dopo il resto. E’ qualcosa di molto piu’ grande del calcio, e noi dobbiamo concentrarci sulla partita”.

 

“Leggiamo i giornali, sappiamo tutti quello che e’ successo e quel che succede oggi – ha aggiunto Sorloth, attaccante che anche domani fara’ coppia con Haaland – Col cuore, siamo tutti vicini alle persone colpite da questa tragedia. Ora ci aggiorniamo sugli sviluppi, ma i discorsi si sono spostati sul nostro lavoro: siamo professionisti, dobbiamo concentrarci solo sulla partita e pensare a fare il nostro lavoro”. Quanto alle prese di posizione forti di Klaveness, “e’ fantastico avere una leader come lei, che non ha timori di dire quello che pensa”. La Norvegia dovra’ fare a meno del suo regista di centrocampo, Martin Odegaard, per un infortunio al ginocchio. “Dovremo giocare in modo diverso, più diretto, ma abbiamo giocatori all’altezza”, la replica di Sorloth, a conferma che la Norvegia conta di incrementare il suo ricco bottino di gol, che l’ha lanciata in fuga nel girone dell’Italia. “Abbiamo visto che Israele e’ una squadra forte in attacco – ha detto il centravanti dell’Atletico Madrid – hanno messo in difficolta’ noi all’andata, e segnato 4 gol all’Italia. Ma in difesa hanno qualche problema”. “Martin e’ un calciatore speciale, un grande capitano: ma senza di lui abbiamo giocato la Nations League, e abbiamo vinto il girone”, sottolinea Solbakken. 
   

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