A Tudor resta il calendario migliore, ma il cammino si farà difficile se la Roma resisterà a Bergamo. Il tecnico del Como verso il Bayer
La matassa del quarto posto, l’ultimo buono per la Champions, rimane ingarbugliata. L’1-1 tra Lazio e Juve non ha fatto nessuna chiarezza. Anzi, ha moltiplicato i se e i ma, i conteggi e i ricalcoli. In estrema sintesi, si può dire che oggi la Juve non sia più padrona del proprio destino. Fino a domani notte sarà appesa al risultato di Atalanta-Roma e deve augurarsi che la Dea vinca, per mettersi alle spalle la squadra di Claudio Ranieri, 64 a 63. Se l’attuale parità di classifica con la Lazio, 64 punti a testa, persistesse, sarebbe premiata la Juve per via degli scontri diretti favorevoli. Un ex aequo a tre — Roma, Juve e Lazio tutte insieme — consegnerebbe il pass Champions ai giallorossi, primi nella mini classifica avulsa con bianconeri e biancocelesti. Se domani la Roma perdesse, alla Juve basterebbe vincere le ultime due partite, contro Udinese e Venezia, per essere certa di acciuffare una qualificazione Champions che sul piano tecnico non merita e che però non sarebbe scandalosa, perché bene o male Igor Tudor ha restituito alla Signora una discreta parte della sua identità di squadra tesa al risultato, senza arzigogoli né geroglifici.
suggestione
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La situazione è suggestiva perché Gian Piero Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha l’anima juventina. È nato a Grugliasco, vicino a Torino, è cresciuto nel vivaio della Juve, ha debuttato tra i grandi in bianconero e poi è stato dirottato altrove. Finito di giocare, è ritornato alla casa madre per cominciare lì, nel settore giovanile, la sua scalata di allenatore. Non è un mistero che la sua grande ambizione sia stata e forse sia ancora la panchina della Juve: a Torino, Gasperini chiuderebbe il cerchio. Immaginiamo che milioni di juventini guardino a lui con speranza, per una specie di mozione degli affetti: “Gasp, sei uno di noi e hai l’occasione di fare qualcosa per noi. Fallo e te ne saremo per sempre grati”. A questo si è ridotta la Juve, a mettersi nelle mani degli altri.
due spareggi
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La Juve non esce né bene né male dai due “spareggi” contro Bologna e Lazio. Erano match difficili e la Juve però li ha avuti in pugno, è andata in vantaggio sia al Dall’Ara una settimana fa sia all’Olimpico ieri verso sera. Peccato per i suoi tifosi che tutte e le due volte si sia fatta raggiungere. Quattro punti buttati via, specie i due di ieri contro la Lazio. La Juve vinceva, poi Kalulu è “impazzito”, espulso per un cazzotto a Castellanos, e ha condannato i compagni a un secondo tempo di resistenza e sofferenza. A furia di buttare palloni dentro l’area, la Lazio con Vecino ha imbroccato la deviazione giusta. È successo al 96’: la Champions era lì, a portata di presa, ma si è spostata un po’ più in là. Un episodio emblematico della disgraziata stagione juventina. Dall’utopia della rivoluzione giochista di Thiago Motta alla zattera del quarto posto, unico appiglio per evitare che l’annata involva in fallimento totale, sia sportivo sia economico, e comprometta il futuro prossimo.
calendario
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La Juve ha forse il vantaggio del calendario migliore, le restano l’Udinese, squadra pacificata, e il Venezia. Dipenderà abbastanza dallo status del Venezia all’ultima giornata: sarà salvo? Dovrà salvarsi? Sarà retrocesso? Fa impressione che la Juve debba interrogarsi sulle motivazioni del Venezia tra due settimane. Non ci sarà gloria di cui bearsi, neppure se andrà tutto bene. Nel caso, sarà il quarto posto della sopravvivenza nell’Europa d’élite.
le altre
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Il Bologna, a quota 62, resta in lizza, nonostante la sconfitta di venerdì a San Siro contro il Milan, ma si ha l’impressione che i rossoblù puntino tutto sulla finale di Coppa Italia, sempre contro il Milan, mercoledì all’Olimpico. Oggi la Fiorentina dovrà misurarsi con la disperazione del Venezia, poi avrà il Bologna, ma al di là di questo ci pare che le speranze Champions dei viola siano esili, anche per l’involuzione del gioco nelle ultime settimane. Si ritorna al punto di partenza, ci sembra che il quarto posto sia diventato una questione a tre, fra Juve, Lazio e Roma. Atalanta-Roma di domani potrebbe scomporre o ricomporre il trio. Nota a margine. Ieri Cesc Fabregas ha fatto intendere di essere al congedo dal Como. Pare che il Bayer Leverkusen lo abbia “ghermito” per sostituire Xabi Alonso, destinato al Real. Dispiace che Fabregas lasci la Serie A, perché la sua idea di calcio ha contribuito a migliorarla. Il suo addio non è una sconfitta, sono dinamiche di mercato e altri Fabregas sono possibili, però, se fossimo stati nei panni di qualche grande italiana decaduta, avremmo cercato di ingaggiarlo.
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