Almaviva e Litti, chi sono i due Primavera Roma picchiati da Zaniolo

allgossip9@gmail.com
7 Min Read

Il primo non ha bisogno di presentazioni: è il bambino a cui Totti mise la fascia al braccio nel giorno del suo addio al calcio 8 anni fa. Il secondo è figlio di Cesare, massaggiatore del Lecce scomparso nel 2018

Francesco Balzani

Collaboratore

Presi a pugni e spinte, almeno da quanto conferma in una nota la Roma, e ricoverati con diversi giorni di prognosi. A subire la furia insensata di Nicolò Zaniolo, al termine di Roma-Fiorentina Primavera, sarebbero stati Mattia Almaviva e Marco Litti. Poco più che 18enni e con uno choc che ha coinvolto anche le famiglie ora indecise se presentare o meno una denuncia penale. La Roma, nel frattempo, li sta difendendo in tutte le sedi opportune e prima di stilare il duro comunicato di ieri sera – in cui venivano forniti dettagli dell’aggressione – ha sentito diversi testimoni che erano presenti in quel momento nello spogliatoio del Viola Park. Almaviva sarebbe stato colpito con un pugno e – stando a quel che dice qualche testimone – per essersi rifiutato di dare il cinque a uno Zaniolo piuttosto alterato (che avrebbe urinato anche nello spazio concesso al club giallorosso). Litti ha provato a difendere il compagno e sarebbe stato spinto con forza contro una panchina rimediando un altro infortunio alla spalla già operata. Rispettivamente i due sono stati refertati con 10 e 21 giorni di prognosi. Ma chi sono i due ragazzi che, purtroppo, sono saliti alle cronache in queste ore?

la fascia di totti

—  

Mattia Almaviva, nato il 3 febbraio del 2006 a Roma, non ha bisogno di troppe presentazioni. Esattamente otto anni (anche le date coincidono) era diventato il bambino di undici anni più invidiato e famoso d’Italia. Lui, baciato da Totti nella serata del suo addio al calcio: a centrocampo in un Olimpico stracolmo di emozioni e lacrime, Francesco si toglie la fascia dal braccio e gliela lega, lo abbraccia e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Come se fosse un passaggio di consegne. La storia fece il giro del mondo. Almaviva fu travolto di richieste di interviste, ma a 11 anni preferì pensare al calcio e al suggerimento di Totti che lo prese sotto la sua ala protettiva prima del passaggio all’agenzia di Pastorello. Otto anni dopo è stato decisivo nella rincorsa alla finale play off con tanto di tripletta in 10’ all’Udinese. Doti che non erano passate inosservate nemmeno a Daniele De Rossi. L’ex tecnico della Roma lo aveva messo in campo a Perth, contro il Milan di Giroud e Theo Hernandez in un’amichevole post campionato della scorsa stagione.

perla di bruno conti

—  

Ma torniamo indietro di qualche anno. Intorno al 2012, infatti, uno degli operai che lavoravano alla costruzione degli impianti idraulici e di condizionamento del campo dove gioca il Savio rimase in contatto con il presidente del club, Paolo Fiorentini, un’autorità nel calcio giovanile romano, che lo chiamò spesso, quando c’erano da fare lavori e migliorie. Fino a quando non fu proprio l’operaio a chiamare il presidente, perché voleva iscrivere il figlio alla scuola calcio. Il suo nome era Mattia appunto. Non servivano provini, ma dai primi allenamenti al Savio avevano capito di avere un piccolo fenomeno. Ci troviamo in zona Est di Roma, tra Casilina e Prenestina. Dopo due anni Almaviva non passa inosservato e durante un centro estivo a Trigoria si fa notare dalla Roma. Stupì Bruno Conti per tecnica, velocità e facilità di calcio. Ma il tesseramento in quella stagione non era possibile perché il gruppo dei 2006 non era stato ancora allestito, così Mattia passò alla scuola calcio dell’Acqua Acetosa, stagione 2014-15. Il primo marzo venne in visita il presidente Pallotta, con Baldissoni e Giovanni Malagò, organizzarono un’amichevole dimostrativa, scelsero il gruppo dei 2006, e Almaviva fece numeri d’alta scuola, col 10 sulle spalle, una di quelle prove per cui chiedi il nome e lo scrivi su un pezzo di carta a futura memoria.

litti e la stima di de rossi

—  

Meno famoso ma comunque non meno promettente è Marco Litti, nato in provincia di Brindisi il 12 ottobre 2006. Terzino sinistro di grande spinta, è arrivato nella Capitale nel 2020 dal settore giovanile del Lecce e firmato il primo contratto da professionista nel 2023. Marco ha compiuto una costante crescita tra le fila giallorosse, culminata con la conquista dello scudetto Under 17 nel 2023 e con un posto da protagonista nella Primavera di Guidi. Anche lui era tra i convocati di De Rossi nell’amichevole di Perth contro il Milan. In questa stagione con la Primavera ha collezionato 24 presenze, ben 14 da titolare. A rallentarne la corsa è stato solo un infortunio alla spalla, che lo ha costretto a fermarsi nel pieno della stagione. Proprio quella spalla sul quale è ricaduto dopo la spinta di Zaniolo. In campo veste la maglia numero 25, ma il suo cognome porta qualcosa di ben più importante: il ricordo e l’esempio del padre Cesare Litti, storico massaggiatore di Brindisi e Lecce, scomparso nel 2018. Per l’amico e compagno Almaviva, come testimoniano le emoticon su Instagram, è un “treno”. Anche con qualità balistiche, come mostrano i video pubblicati sui social. Quei social oggi pieni di cuori e incoraggiamenti.



Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *