Tutti in linea con Kaiser Franz Baresi, il prolungamento di Beckenbauer

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Milanello, esterno giorno, piove. Partitella d’allenamento di fine stagione. Stagione grama, 1996-97, iniziata col Maestro Tabarez, l’ultima del leggendario Franco Baresi, dopo una ventina d’anni in rossonero. La palla sta uscendo, il Capitano piazza uno scatto feroce e in scivolata la tiene in gioco. Che senso aveva quello sforzo assurdo a fine allenamento, a fine stagione, a fine carriera, sotto la pioggia? Semplice: era la cosa più utile che potesse fare per la sua squadra. È il metro con cui ha vissuto una vita di Milan. 

il piscinin

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È stato il Capitano degli Invincibili, la prima icona dell’Idea: difendere correndo in avanti, trascinandosi tutti dietro. È stato il prolungamento di Beckenbauer, Kaiser Franz anche lui. Gli è sempre bastato un filo di voce per comandare. Da dirigente, senza sperpero di fiducia, gli hanno chiesto di fare la bandiera. C’è da ritirare un premio? Visitare un club? Franco ci va con l’umiltà di quell’ultima scivolata sotto la pioggia. Anche per questo si è guadagnato stima trasversale. Perciò hanno sofferto tutti alla notizia: Baresi sta male. Brutta bestia un tumore ai polmoni. D’istinto, per affetto, avranno pensato in tanti: ora Franchino alza il braccio, salpa con la maglia fuori dai calzoncini e lascia il male in fuorigioco. Come ha fatto per 23 volte col Real. Saliamo in linea con lui, nella speranza. Baresi ha avvertito i tifosi: “Ci vorrà tempo prima di rivedermi in forma”. Anche meno, Franz. Ti abbiamo visto spezzarti un ginocchio al Mondiale, riaggiustartelo come Rambo e tornare per essere il migliore in finale. Forza, Piscinin, stavolta si vince.

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