Con un “Ci sentiamo in cuffia!” dà l’appuntamento a chi lo segue da una vita alla prossima partita, ma durante l’impresa di San Siro anche lui è diventato “epico”. Nessuna immagine, tutto merito della sua voce che ha invaso i social
“Ha pareggiato l’Inter, ha pareggiato l’Inter, ha pareggiato Acerbi. Ha pareggiato l’Inter!”. Urlato poi altre tre volte fino ad arrivare a ventuno secondi di estasi dal momento del gol. “Acerbi come un centravanti con l’interno del piede destro, sul cross di Dumfries da destra all’altezza del primo palo. Pallone sotto la traversa”. Questo urlo al 93′ di Inter-Barcellona è di Francesco Repice, prima voce di una radiocronaca che, un po’ come la partita che ha commentato, è finita lì nel cassetto dei ricordi storici. Anche perché all’indomani della semifinale vinta da Inzaghi (4-3 ai supplementari), mentre si discute dei meriti dell’Inter, delle similitudini col 2010, del glorioso futuro che comunque attende Yamal, di una stampa catalana feroce contro Marciniak e di quei tifosi che non ci hanno creduto abbastanza e che il gol di Acerbi l’hanno solo sentito in lontananza mentre davano le spalle a San Siro e alla storia, il radiocronista della Rai – che già nel 2010 aveva raccontato la Champions dell’Inter insieme a Riccardo Cucchi – è diventato virale sui social. Sono bastati quattro video, o meglio quattro audio, uno per ogni gol dell’Inter, e un moltiplicatore di commenti e apprezzamenti per quel trasporto (criticato invece a Bergomi), quelle urla, celebrazioni e voce sfinita di gioia con cui ha raccontato l’impresa del Meazza.
il 4-3 di frattesi e il triplice fischio: “È fi-ni-ta”
—
In un mondo e un calcio pieno di immagini, video, highlights e replay, pensare al pallone solo raccontato può sembrare una cosa non per tutti. Quello che invece è da pochi è la capacità di far vivere momenti e emozioni con la sola potenza della voce, modulandola per non esaurirla prima del previsto, ripetendo determinate frasi, indugiando su un nome, alzando i decibel al massimo quando il pallone irrompe in porta. Come al gol del 4-3. “Ha segnato l’Inter. Davide Frattesi! Davide Frattesi! L’Inter è in vantaggio, l’Inter è in vantaggio, l’Inter è in vantaggio. Esplode San Siro”. Dopo l’acuto il tono si abbassa, è il momento di trovare le parole giuste e spiegare cos’è successo: “Il rasoterra implacabile con Szczesny impotente al centro della sua porta. Nono minuto nel corso del primo tempo supplementare. L’Inter è in vantaggio per 4-3. Questa non è una partita, questa è un’opera d’arte. Un dipinto”. Mentre in sottofondo Collovati, cui era affidato il commento tecnico: “Respira, Francesco”. Ma fiato, emozioni e parole non mancano mai. Fino all’ultimo. “È fi-ni-ta. L’Inter è in finale di Coppa dei Campioni. Ha battuto il Barcellona 4-3. In una partita memorabile, in una partita incredibile, in una partita che rimane alla storia, in una partita che scrive la storia”. San Siro è una bolgia come non lo è mai stato e diventa sottofondo di una chiosa, anche questa entrata nella storia. “È un momento che il calcio italiano merita (e qui è quasi un ruggito, ndr) di vivere per merito del Football Club Internazionale”. Si spengono i microfoni, dilagano sui social i vari “mitico”, “sei da clonare”, “cronaca da brividi” e i “grazie Francé”. Ora l’appuntamento è al 31 maggio.