Il club nacque nel 1944 sulle ceneri dell’Unione Sportiva Torrese e dopo un’assemblea popolare. In otto decenni la squadra ha vissuto picchi gloriosi, conosciuto tecnici di nome, ma non ha mai ottenuto la promozione tra i cadetti
Erano quattro amici al bar e non volevano cambiare il mondo, ma (ri)fondare una squadra di calcio nella loro città poiché quella che già c’era era stata travolta dall’onda violenta della guerra. In quattro lo erano davvero: Aniello Mazza, che per una decina d’anni aveva arbitrato in Serie A, Francesco “Cicciotto” Coscia, partito volontario per la Seconda Guerra Mondiale e decorato con medaglia militare per aver partecipato ai combattimenti sul fronte greco-albanese, Raffaele Carbone e Amerigo Liguori, che dopo l’interim di Mazza è stato il primo presidente del club: a lui è stato intitolato il campo sportivo. Il bar, certo, esisteva pure quello, e aveva la nobile denominazione di “Gran Caffè Palumbo”, in Corso Vittorio Emanuele. È il 1944 quando – sulle ceneri dell’Unione Sportiva Torrese e dopo un’assemblea popolare – nasce la Società Polisportiva Turris. Due dei fondatori del club – Liguori e Coscia – negli anni 50 verranno eletti sindaci della città, a testimonianza di come – a Torre del Greco – la squadra di calcio sia sempre stata contigua al destino di questo comune – 80.000 abitanti oggi – che fa parte della città metropolitana di Napoli e – di fatto – ha ospitato per ottant’anni più uno la squadra all’ombra del Vesuvio.