Fino al 1978 il campionato non si fermava nemmeno nella più santa delle domeniche, poi lo stop, con due sole eccezioni negli anni 2000 che fecero infuriare i vescovi
Pasqua e pallone non si incontrano mai, in Italia è sempre funzionato così dalla fine degli anni Settanta ad oggi. Eppure, quelle due strade che hanno sempre viaggiato parallelamente per decenni, ora si incroceranno di nuovo per Bologna-Inter, Milan-Atalanta e Empoli-Venezia fissato il giorno di Pasqua 2025, nella morsa di un calendario sempre più soffocante per le squadre dei massimi campionati europei, impegnate anche nelle altre competizioni.
Un tempo, la Serie A scendeva in campo nella più santa delle domeniche. Fino al 1978 è stato così. 26 marzo, 24ª giornata su 30. Juventus e Torino duellano ai vertici della classifica per lo scudetto. Negli ultimi minuti succede di tutto: i bianconeri a Genova vengono raggiunti sul 2-2 dai rossoblù con la rete di Damiani, stessa sorte vivono poco dopo i granata, con Goretti che fissa il punteggio sull’1-1 tra Toro e Perugia. Oriali decideva Atalanta-Inter, il Napoli giovane di Gianni Di Marzio vinceva 0-1 sul campo del Verona. Retrocedevano tre squadre su sedici partecipanti. Alla fine vinceranno i bianconeri.

I PRECEDENTI RECENTI
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Negli anni Duemila è capitato ben due volte che si giocasse nel giorno di Pasqua, ma singole gare. Nel 2004 si sono sfidate Perugia e Inter (2-3 il finale) l’11 aprile, per gli impegni in Coppa Uefa dei nerazzurri. Ovviamente non erano mancati commenti duri da parte di alti esponenti del clero. “Il Dio pallone ha il sopravvento su qualsiasi festa religiosa. Per un appartenente alla Polizia di Stato (il cui sindacato si era opposto alla scelta, ndr) di religione cattolica non è possibile santificare la Pasqua con al propria famiglia” aveva detto il cardinale Ennio Antonelli. Il 12 aprile 2009 invece è toccato a Reggina e Udinese (0-2) scendere in campo in questa domenica speciale. Giorgio Constantino, portavoce dei vescovi italiani, si era espresso così: “Giocare a Pasqua distrae la gente da quelli che sono i doveri del buon cristiano”. Chissà, insomma, cosa potrebbe accadere adesso.

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