Dopo il 19° risultato utile consecutivo, il tecnico tiene alta la tensione: “Ma per ora sul quarto posto non metto un euro”
Vince ancora la Roma, vince ancora Claudio Ranieri che conquista il 19° risultato utile consecutivo e la decima vittoria di cortomuso di questa stagione. Il tecnico, dopo il successo sulla Fiorentina, ora tocca l’Europa che conta con mano e si gode questo finale da brividi. “La Roma in Champions? No, non mi gioco ancora un euro, me lo tengo in tasca – dice col sorriso Ranieri -. A parte gli scherzi non so dove possiamo arrivare, noi dobbiamo andare in vacanza senza recriminazione”. Poi scende nel dettaglio della partita. “La Fiorentina è una signora squadra, con giocatori molto tecnici, ci ha fatto girare a vuoto – ammette Sir Claudio -. Ma siamo stati belli e decisi a non mollare. Queste sono le partite che più mi piacciono. Dovbyk? Segna sempre gol pesantissimi, lui dà sempre il massimo. Io sono convinto che ancora non ha espresso le sue potenzialità. Avete visto ora come esulta?”.
IL CORTOMUSO DI RANIERI
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Si tratta della decima vittoria di cortomuso per la Roma. E in questo per Ranieri non c’è alcuna vergogna: “Vincere 1-0 vale lo stesso tre punti, poi ci sono tante linee di pensiero sul calcio. Bisogna sapere leggere le partite e gestire la squadra. Abbiamo concesso alcune chance a Kean, ma abbiamo difeso molto bene. Bologna-Juve? Vado a cena. No la vedo, magari la registro. Tanto io non devo giocare né con la Juventus né con il Bologna, quindi non serve”. Sulla gara di sacrificio di Soulé: “Il ragazzo è disponibilissimo, soffriva quando non giocava. Lui è l’uomo in più che non t’aspetti, che crea occasioni e aiuta la squadra. Vedo che è difficile saltarlo e mi è venuta questa idea di metterlo sulla fascia. E quando ti punta sa sempre quello che vuole fare”.
UN PENSIERO PER BOVE
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Infine Ranieri spiega il motivo del successo di una rimonta che già ora è da applausi: “Da solo non potevo fare nulla, ci vogliono anche bravi giocatori. Ho preso questa squadra nelle sabbie mobili, loro mi hanno ascoltato come un padre perché gli ho sempre parlato col cuore in mano. Loro sono stati bravi a seguirmi e non mollare, anche oggi chi non ha giocato dovrebbe essere arrabbiato ma so che anche chi non gioca spinge al massimo per giocare titolare. Futuro? Penso solo all’Atalanta ora, l’ultima partita all’Olimpico ovviamente mi riempirà d’emozione”. Un pensiero anche per Bove: “Dopo ci parlerò, è brutto quello che gli è successo ma la vita vale più di tutto”.
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