Quanti olandesi ci sono in campo?

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In Eredivisie il Fortuna ha giocato in 12 contro l’Heerenveen senza che l’arbitro si accorgesse di nulla. È dagli anni ’70 che gli Oranje sembrano moltiplicarsi in campo…

È successo in Eredivisie. Il Fortuna Sittard fa un doppio cambio, ma esce un giocatore solo, così l’Heerenveen di Van Persie si ritrova contro 12 avversari. L’arbitro non si è accorto di nulla perché gli olandesi sembrano sempre di più di quelli che sono, fin da quando hanno rivoluzionato il calcio negli Anni 70. Distrussero le barriere dei ruoli e, educati dal mare contro cui lottano da sempre, inondarono ogni angolo di campo. A vedere tutti quei capelloni attorno alla palla, che correvano indiavolati sempre avanti, ci chiedevamo: “Ma quanti sono?”. Appunto. Il Milan di Sacchi, griffato da tre olandesi, nacque ispirato da quella eresia, così poco italiana. Il 24 aprile 1988 vinse il derby senza far vedere palla all’Inter, tanto che Altobelli, all’intervallo, chiese all’arbitro: “Li conti. Erano in 15!”. Sembravano in 15 anche a Rotterdam e nel secondo tempo di Eindhoven, quando Milan e Juve, pavide, sono state prese a pallate. Invece, a San Siro, dopo il carpiato di Theo, gli olandesi erano effettivamente in maggioranza. Oggi l’Inter, ultima sopravvissuta in Champions, scoprirà quali olandesi affrontare. Primo dovere di Inzaghi: non farli sembrare più di 11, cioè pareggiare la loro intensità, la loro fame, la loro voglia di attaccare, rinnegare l’istinto italico a scappare indietro che la Juve da 3 anni porta in corpo. Rendere complicata la conta delle maglie nerazzurre. In passato, contare gli italiani è stato spesso troppo facile. Come ha spiegato Mark Hughes, ex bomber gallese: “Se anche il campo fosse lungo 2 km, sappiamo dove trovarli. Negli ultimi 20 metri, in difesa”.

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