Pirateria, -8% nel 2024 ma resta l’allarme

allgossip9@gmail.com
8 Min Read

A Roma gli Stati Generali della lotta alla pirateria, oltre 300 milioni di introiti mancati nel calcio. Siervo: “Tutti si chiedono perché manchino i talenti in nazionale, parte del motivo è perché mancano fondi per investire su giovani e impianti e che il calcio perde anche con la pirateria”

Elisabetta Esposito

Giornalista

Un danno grave, che fa perdere soldi – tanti – al calcio e arricchisce troppo spesso la criminalità organizzata. La pirateria resta uno dei grandi problemi del mondo del pallone e non solo e questa mattina se n’è parlato anche agli “Stati Generali della lotta alla pirateria” che si è tenuto alla. Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, a Roma. Si parte da dati che mostrano una buona inversione di tendenza grazie all’inasprimento delle norme (legge 93/2023) e a un sempre più efficace metodo per individuare le violazioni, ma i numeri restano pesanti e quello che viene ripetuto nel convegno, da politici e broadcaster, è “non abbassare la guardia”.

i dati

—  

L’indagine Fipav/Ipsos ha fatto emergere che nel 2024 il 38% degli adulti italiani ha commesso almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film (29%); serie/fiction (23%); programmi (22%) e sport live (15%), dati sostanzialmente rimasti stabili rispetto al 2023. Sottolinea il presidente della Lazio e senatore Claudio Lotito, tra gli autori della norma antipirateria che va a punire severamente anche il fruitore: “La legge funziona, ma il processo è lungo, serve tempo, serve un cambiamento culturale che parta dalle scuole, che faccia capire che questo reato, troppo spesso sottovalutato, è un reato grave, che al calcio ad esempio ha tolto 300 milioni di possibili investimenti, in infrastrutture, vivai e mercato”. Ma i primi risultati della nuova normativa si vedono: in totale si stimano nel 2024 circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti, l’8% in meno rispetto all’anno precedente e ben il 56% in meno rispetto al 2016, primo anno della rilevazione. E sembra anche che la pirateria abbia perso appeal tra i giovanissimi (10-14 anni): nel 2024 gli adolescenti che hanno compiuto almeno un atto di pirateria sono stati circa il 40%, con un calo del 14% sul 2023 (scendono molto i film, ma restano stabili contenuti di sport e serie tv). 

i danni economici

—  

Considerando film, serie/fiction e sport live si stimano ripercussioni per l’economia italiana pari a circa 2,2 miliardi di euro di perdita in termini di fatturato delle aziende (non soltanto per l’industria audiovisiva), con un impatto sul più di -904 milioni di euro, un mancato introito per lo Stato di 407 milioni e una perdita occupazionale complessiva pari ad oltre 12 mila posti di lavoro, tutti valori in aumento rispetto al 2023. Per quanto riguarda invece lo sport live, sempre a fronte di un’incidenza della pirateria stabile e ad un numero di atti illeciti in lieve diminuzione (-6%), per il 2024 si stimano 12 milioni di fruizioni perse e 350 milioni di euro di danno economico, in aumento (+23%) sul 2023. 

il futuro del calcio

—  

È evidente che 350 milioni l’anno siano un’enormità. Gli effetti li esplica – facendo seguito alle parole di Lotito – l’a.d. della Lega Serie A, Luigi De Siervo: “Tutti si chiedono perché manchino i talenti in nazionale, parte del motivo è perché mancano fondi per investire su giovani e impianti e che il calcio perde anche con la pirateria. L’inasprimento delle pene per gli utilizzatori finali e per chi commercializza il pezzotto dovrebbero portare a un cambio culturale. I dati Fapav e Ipsos ci restituisco scenari di timida inversione, ma abbiamo ancora da scalare una montagna che ci danneggia con oltre 300 milioni di euro persi all’anno. La pirateria veramente uccide il calcio perché non si tolgono soldi solo alle squadre di Serie A ma alla base del nostro sport. Se continuiamo a perdere fatturato saremo schiacciati dagli altri campionati europei più importanti”. Presente al convegno anche Paolo Bedin, presidente della Lega Serie B: “Il problema maggiore nel calcio oggi è la sua sostenibilità economico finanziaria e da anni la voce più importante dei nostri ricavi deriva proprio dai diritti audiovisivi. Facile capire dunque quanto per noi sia importante valorizzarli. Per combattere la pirateria serve un’azione di squadra, tra right holder, politica, autorità e forze dell’ordine; servono strumenti e ora ce li abbiamo con la norma antipirateria e una piattaforma che ci invidiano; servono bracci operativi come AgCom e Guardia di Finanza che stanno garantendo sanzioni e serve una grande campagna di comunicazione per cambiare l’approccio culturale a questo fenomeno”.

i broadcaster

—  

Anche punto di vista dei broadcaster la situazione è emergenziale. Spiega Stefano Azzi, Ceo di Dazn Italia: “Il valore della pirateria ad oggi è di 350milioni ossia il 50% di quello che Dazn paga alla Serie A per l’esclusività dei diritti. Una cifra mostruosa. In pratica abbiamo 3,4 milioni di abbonati all’illegalità che sottraggono risorse al sistema. Il problema è certamente culturale, di conseguenza parliamo di un problema comune a istituzioni, broadcaster, Leghe e club che va risolto se vogliamo davvero proteggere il futuro del nostro sport. C’è un mantello dell’invisibilità che si sta lacerando, ma è arrivato il momento di rompere definitivamente questa abitudine diffusa all’illegalità. Serve una risposta forte, costante e ben comunicata”. Gli fa eco Alfredo Borgia, direttore Affari Istituzionali di Sky: “Siamo contenti che arrivino le sanzioni per gli utilizzatori finali, ma è altrettanto importante sviluppare la comunicazione delle sanzioni stesse per riuscire a creare un reale effetto deterrente”. 

l’allarme di giorgetti

—  

Anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, si sofferma sul calcio: “Lo sport e l’intrattenimento rappresentano settori strategici per il nostro Paese, non solo sul piano culturale e sociale, ma anche su quello economico. Difenderli dalla pirateria significa tutelare un asset fondamentale del Sistema Italia. La pirateria audiovisiva, oggi troppo spesso sottovalutata, ha prodotto danni profondi e strutturali, compromettendo tra l’altro anche la sostenibilità del calcio e dell’intera industria sportiva. Si tratta di un comparto, appunto quello sportivo, che genera oltre 24 miliardi di euro l’anno pari all’1,38% del Pil e che occupa, alla fine, circa 400.000 persone. La pirateria sottrae risorse vitali, penalizza chi investe in modo legale, dalle federazioni ai club, dai broadcaster alle imprese e ai lavoratori, e frena le potenzialità di sviluppo dell’intero settore. Il contrasto alla pirateria non è solo una battaglia di principio, è una condizione necessaria per garantire futuro e attrattività al nostro sport, ai nostri talenti e alle imprese che vi operano”.



Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *