Parma, Cuesta si presenta: “Bella sfida, l’età è solo un numero”

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Il neotecnico gialloblù, che compirà 30 anni il 29 luglio, si presenta: “Ho sentito un’energia molto bella, fin dalle prime chiacchierate. Vogliamo sfruttare al massimo le risorse che abbiamo e le potenzialità dei nostri giocatori”

Andrea Schianchi

Giornalista

Il grande giorno è arrivato. Si accendono le luci e sul palcoscenico sale Carlos Cuesta, il più giovane allenatore della Serie A (compirà 30 anni il prossimo 29 luglio) e dei cinque principali campionati europei. Il Parma lo ha tesserato dopo averlo seguito a lungo nella sua esperienza come vice di Mikel Arteta all’Arsenal. Contratto biennale, ingaggio di poco inferiore a un milione di euro (più bonus) a stagione. Attorno a lui, com’è comprensibile, da diversi giorni si sono concentrate l’attenzione e la curiosità dei tifosi. A presentarlo nella sala stampa dello stadio Tardini è l’amministratore delegato Federico Cherubini che aveva già conosciuto Cuesta durante il suo periodo alla Juve, ed era stato proprio l’attuale dirigente gialloblù a volerlo come tecnico delle giovanili bianconere, avendo intuito il potenziale ed essendo rimasto contagiato dall’entusiasmo di questo ragazzo che, con coraggio e con tenacia, si è costruito da sé, non avendo un passato da calciatore, e senza alcun curriculum importante da esibire. 

cuesta al parma, i motivi della scelta

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Il Parma scommette su di lui. Sarà il campo a dire se l’azzardo è stato azzeccato. “Dietro questa scelta non c’è la volontà di stupire nessuno o di fare effetti speciali – ha esordito Cherubini – Abbiamo fatto riflessioni su due tematiche. Abbiamo fatto una riflessione ampia di sistema: si parla spesso di progetto e poi il 50 per cento degli allenatori viene sollevato dall’incarico, noi lo abbiamo fatto. Questo trend consolidato da anni ha fatto sì che in Italia ci sia la permanenza di un allenatore in panchina tra le più basse nei campionati europei: meno di 300 giorni. Affidiamo progetti pluriennali per interromperli al termine di una stagione. Noi ci siamo chiesti come dare risposta a questo sistema, che spesso porta gli allenatori a vivere un rapporto di conflitto con i club: manca la fiducia. Abbiamo pensato che dovevamo cambiare qualcosa: recuperare la figura dell’allenatore come elemento strutturale della crescita del club. Dunque abbiamo voluto affidarci a un profilo che rispecchiasse gli obiettivi nel medio termine. Un allenatore che ha avuto tante esperienze internazionali, sia con le prime squadre sia con i settori giovanili. È sicuramente ambizioso e giovane. A nostro avviso Carlos Cuesta è la scelta giusta”. 

la presentazione di carlos cuesta al parma

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In un invidiabile italiano Cuesta si presenta e spiega subito: “Mi sento veramente onorato di poter far parte di un grande club come il Parma. L’ho sentito in modo molto naturale. Sentivo grande fiducia, in modo molto organico. Sicuramente l’età può essere una sorpresa per tanti, ma per me l’età è un numero, il mio passato è sempre stato legato a questa cosa. Non voglio che sia un alibi: voglio essere valutato solo per essere l’allenatore del Parma. Io non ho un modello, ma voglio imparare da tutti costantemente. Certo il mio passato in Italia, Spagna e Inghilterra mi ha aiutato tanto a creare certe idee. Ma io voglio imparare da tutti, non solo nel calcio ma anche da altri sport”. Impossibile tirargli fuori il nome di un giocatore che vorrebbe avere con sé (“sono faccende di cui parlerà il club”) o il modulo di gioco preferito (“si attacca in undici e si difende in undici. Si deve essere una squadra”). “Cercheremo di avere una squadra organizzata in tutti i reparti con principi molto chiari. Vogliamo sfruttare al massimo le risorse che abbiamo e le potenzialità dei nostri giocatori, per avere una personalità di squadra forte”. L’impatto con Parma è stato molto positivo. “Ho sentito un’energia molto bella, fin dalle prime chiacchierate. Ho trovato gente molto umile, che ha desiderio di lavorare, e che ha voglia di farti sentire che sei a casa”. Adesso tocca a lui prendere per mano i giocatori, trasmettere loro le sue idee e metterli nelle migliori condizioni per dare il massimo. L’obiettivo è la salvezza, ovvio, però Cuesta non nomina mai questa parola. “La Serie A è un campionato con tanti calciatori e allenatori bravi. È una sfida veramente bella. Noi avremo un’identità chiara, una linea guida, però dobbiamo anche essere versatili e avere delle soluzioni per i vari contesti. Gli avversari ci metteranno in difficoltà e noi dovremo essere bravi a trovare le soluzioni giuste per tornare sul nostro calcio che preferiamo. Il punto di partenza, per me, è il giocatore, e non come io voglio giocare”.



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