Nazionale, Gattuso ha scelto gli uomini per il Mondiale

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Il nuovo c.t. studia una varietà tattica che consenta all’Italia “di fare sempre male agli avversari”. Perché non si può fallire l’appuntamento del 2026

Fabio Licari

Giornalista

Da Gattuso ti aspetti tutto per l’Italia, il cuore oltre l’ostacolo, ma forse non un nuovo sistema tattico. Neanche fosse Guardiola. E invece. Mentre in questi giorni il City di Pep debutta al Mondiale per club con un inedito 2-3-4-1 in fase di possesso, sempre più gente davanti e qualche rischio dietro, Gattuso per il momento schiva i numeri eppure dichiara una strategia di gioco inedita: “Come fare male agli avversari. Questo sarà il sistema dell’Italia. Una squadra alla quale deve piacere stare nella metà campo avversaria per fare più gol possibili”. Con trentacinque azzurri sotto osservazione speciale. Tra loro Chiesa, scomparso dopo l’Europeo ma potenzialmente ancora il nostro Sinner, come diceva Spalletti. Dribbling, corsa, entrate in area verso la porta, uno contro uno: ci manca. 

nazionale, varietà tattica

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Nessuna ossessione per la tattica, ma neanche lo snobismo di quelli che “i numeri non contano”. Eccome se contano, si vede quando un giocatore subentra e con le dita indica ai compagni il nuovo sistema, mandano all’aria tanti bei discorsi poetici. La tattica è importante, Gattuso non è mai stato un integralista. Se il 4-3-3 è stato il sistema di partenza, e il 4-2-3-1 un’evoluzione spesso necessaria, il nuovo ct non disdegna la linea a tre applicata nell’Hajduk. L’impressione è che non abbia ancora deciso per l’Italia. “In campionato il 40 per cento gioca a tre, e il 60 per cento a quattro, ma non è questione di sistemi. Bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Per fare tanti gol”. Gattuso s’è studiato bene la classifica: “La Norvegia ha +11 di differenza gol, noi -1. Dobbiamo recuperare”.

italia a 100 all’ora

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Il sistema tattico sarà anche la conseguenza del lavoro settimanale. Pochi allenamenti ma intensi. “Chi è stato già con me lo sa. Pretendo che si vada a cento all’ora. Se uno non sta bene, meglio che quel giorno riposi. In allenamento si corre. Dovrò entrare nella loro testa, ognuno di loro è diverso e serviranno parole diverse”. Atteggiamento, prima che lavagna con schemi e freccine. La promessa è una squadra verticale. “Invece non do molta importanza a quello che succede fuori, non faccio il sergente di ferro”.

i nomi di gattuso

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Gli uomini sono più importanti dei numeri. La curiosità è scontata: quali uomini. La risposta meno vaga di quanto si potesse immaginare: “In questi giorni ho parlato con trentacinque giocatori”, rivela il ct. Un gruppo di base quindi esiste già. E dentro c’è gente come Chiesa “al quale ho consigliato di giocare con continuità”. Restare al Liverpool alle stesse condizioni sarebbe un errore. Naturalmente il nuovo ct non rivela gli altri trentaquattro, ma non serve grande immaginazione per ipotizzare un gruppo allargato di una quarantina di selezionabili tra i quali “non c’è Acerbi. Con lui non ho parlato. Sta facendo benissimo ma per il momento ho altre idee”.

nuovi posizioni per l’italia

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Impossibili stravolgimenti rispetto al gruppo Spalletti, i migliori c’erano tutti, ma si possono immaginare alcune interpretazioni diverse: Di Lorenzo sarà un esterno e non un centrale; Calafiori potrà giocare anche in fascia; Dimarco potrebbe “alzarsi”. E ancora: gli esterni alti, anche giocando a tre, saranno più importanti perché sarà 3-4-3 o 3-4-2-1, Orsolini, Zaccagni, Politano e Chiesa nei radar. Facile che la mediana sia spesso a due, con Barella-Tonali coppia titolare. Tra i giovani, Coppola, Leoni, Casadei, Pisilli, Fazzini, Koleosho e Pio Esposito nel mirino. Se Kean è al massimo, resta il centravanti più moderno che abbiamo. Raspadori può fargli da seconda punta nel 4-2-3-1. Attesi Scamacca e Scalvini. Adesso è facile voltare pagina, ma l’Italia di Spalletti in Nations, ultima gara con la Francia esclusa, è stata bella, offensiva, vincente. Con gli stessi interpreti dei momenti difficili venuti dopo: non può essere implosa in un giorno. Qualcosa s’era rotto. A Gattuso il compito di incollare i cocci tattici e mentali fin da Italia-Estonia a settembre. La prima non è tutto ma sarà tanto.



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