Levan Kaladze, debutta il figlio dell’ex Milan Kahka: il dramma dello zio

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Figlio dell’ex milanista Kakha, ha esordito tra i professionisti nel segno del padre: stessa squadra (Samtredia), stesso numero (il 4) e stesso piede (il sinistro)

Alex Frosio

Giornalista

Nel nome c’era già una promessa di rinascita. Necessaria, dopo il dolore. Levan è la versione georgiana di Leone, ma contiene anche la parola Levante. L’est, il sole che risorge. È il nome di battesimo del figlio di Kakhaber Kaladze, ex difensore del Milan, simbolo della Georgia prima di Khvicha Kvaratskhelia, colpito proprio ai tempi rossoneri da una tragedia. Levan era anche il fratello minore di Kakha. Fu rapito nel maggio 2001, pochi mesi dopo l’arrivo del fratello calciatore a Milanello dalla Dinamo Kiev. Erano anni complicati in Georgia. Un gruppo di malviventi lo aspettò fuori dalla facoltà di Medicina dell’Università di Tbilisi, dove studiava. E Levan fu inghiottito dal buio. Kakha invece precipitò in un incubo, nascosto alla vista ma profondo. 

Il calciatore fu investito dal dramma e dalle richieste di riscatto, da veri e presunti rapitori. “Il tempo passava, io piangevo, mi disperavo, poi mi arrabbiavo e dopo riprendevo a piangere. Arrivavano telefonate in ogni momento, ci chiedevano soldi, certe persone si spacciavano per emissari, dicevano di poter liberare mio fratello. E noi pagavamo”, ha raccontato anni dopo Kakha. Il calvario è durato mesi, poi anni, quelli più duri. Quelli del silenzio, dell’incertezza, del non sapere più nulla. Perché a un certo punti anche i rapitori sparirono. Il presidente georgiano Shevarnadze, ex braccio destro di Gorbaciov in Urss, si incaricò personalmente delle indagini. Infruttuose. Kakha vinceva con il Milan e soffriva privatamente. Fino al 2006, quando alla periferia di Tbilisi fu ritrovato il cadavere di Levan: fu l’Fbi americano a dare un’identità ai resti. I quattro responsabili vennero individuati e arrestati in Francia, Russia, Svizzera: l’esecutore materiale dell’omicidio fu condannato a 25 anni di carcere. Ma il lutto è una notte buia come il fondo di un pozzo. Poi, nel 2009, il sole risorge. Kakha si è sposato da poco con Anouki, a luglio nasce a Milano il primogenito. Gli viene dato il nome Levan. 

L’esordio

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Il 14 luglio, Kaladze junior ha compiuto 16 anni. Dodici giorni dopo ha esordito nei professionisti nella Coppa di Georgia, entrando nei minuti finale della partita di ottavi di finale contro l’Odishi: stessa maglia con cui ha cominciato papà e della quale il nonno fu giocatore e poi presidente, quella del Samtredia, e stesso numero di maglia che Kakha ha portato per quasi dieci anni in rossonero. La 4. A mandarlo in campo, è stato un giovane allenatore italiano, Eugenio Sena. Da maggio guida il club georgiano, che dieci anni fa vinse il titolo nazionale e ora è sceso in Serie B. Siciliano, 33 anni, è a dir poco un giramondo: laureato in Scienze Motorie a Pavia, ha esperienze in Ungheria dove arrivò in Erasmus, Australia, Cina, Russia, Scozia, Montenegro, Arabia, Cipro. Con tanti ruoli diversi: analista, scout, assistente, allenatore in prima. Per tre anni, da adolescente, ha fatto pure l’arbitro. Manda curriculum, fa colloqui, viaggia. In Georgia aveva già lavorato in una Juve Academy, ora è al Samtredia. In campionato – che si gioca da marzo a dicembre – ha già risollevato la classifica che minacciava retrocessione, in coppa ha eliminato la gloriosa Dinamo Tbilisi. Poi il 3-0 all’Odishi: “Aspettavo l’occasione giusta e un vantaggio sostanzioso per far esordire Bubu, dopo il terzo gol al 93’ l’ho fatto entrare”, dice Sena. Bubu è il soprannome di Levan Kaladze. 

Mancino

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Ha giocato pochi minuti ma non è stato difficile notarlo. Levan è un ragazzone di 192 centimetri, cresciuto improvvisamente nel giro di pochi mesi. Gioca stabilmente nell’Under 19 del Samtredia ma Sena lo fa allenare tutti i giorni con la prima squadra e se lo porta sempre in panchina. È già stato convocato dall’Under 16 della Georgia. “È mancino come papà Kakhaber – spiega il suo allenatore italiano -, è un difensore, può giocare da centrale di sinistra, anche da terzino o da quinto. Ma vediamo, perché il suo corpo sta cambiando, non è detto che sia più difensivo che offensivo, potrebbe anche avanzare il suo raggio di azione”. Sena lo sta “educando” dandogli un ruolo nella difesa a tre, che pochi in Georgia usano (ma in Italia sì…). Bubu impara, in un campionato in cui la precocità è regola, ma in fondo ha solo 16 anni. E un papà comunque ingombrante, non soltanto per il glorioso passato calcistico, costellato da due Champions vinte con il Milan (nella prima, in finale contro la Juventus a Manchester, calciò anche uno dei rigori, sbagliando…). Oggi Kaladze è una delle figure più influenti del Paese: dopo aver lasciato il calcio, infatti, Kakha è entrato in politica. È stato Ministro dell’Energia e delle Risorse naturali, poi vicepremier della Georgia nel governo Ivanishvili, dal 2017 è sindaco della capitale Tbilisi, carica che ricopre ancora oggi. Non dimentica però Samtredia, dove è nato ai tempi dell’Unione Sovietica e dove oggi gioca il figlio. Soprattutto, non può dimenticare Levan.



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