Juventus,con la Champions 80-90 milioni

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Il pass per la Coppa è una boccata d’ossigeno per le casse del club. E tre riscatti fruttano 27 milioni di plusvalenze

Marco Iaria

Giornalista

La Juventus tira un sospiro di sollievo. Per lo spirito e per il portafoglio. La qualificazione alla Champions era la condizione irrinunciabile per il prosieguo del business plan 2024-27 che punta a raggiungere l’utile di bilancio entro il 30 giugno 2027. Il beneficio economico, che comprende i premi Uefa, il botteghino e i bonus degli sponsor, si può quantificare in 80-90 milioni, ridotti a circa 60 in caso di partecipazione all’Europa League. Occhio, non si tratta di risorse aggiuntive perché i bianconeri hanno già goduto quest’anno di un tale livello di entrate, un filo più basso per il mancato accesso agli ottavi che è l’altra assunzione sportiva del piano industriale. L’esito del campionato, però, fa sì che quei ricavi non evaporino. Sarebbe stato un grave danno per i conti della Juve. L’esercizio 2025-26, quindi, potrà ancora fare perno su un fatturato caratteristico superiore ai 400 milioni, incrementato dai nuovi accordi di jersey sponsorship: 25-30 milioni tra Jeep e Visit Detroit. Quanto al bilancio di questa stagione, sempre domenica la Juve si è ritrovata un bel regalo: la qualificazione in Conference della Fiorentina ha fatto scattare il riscatto di Fagioli, fissato a 13,5 milioni. Grazie anche agli altri due riscatti definiti dalla classifica finale della Serie A (Rovella e Pellegrini da parte della Lazio), il club torinese potrà registrare plusvalenze aggiuntive per 27 milioni. 

mercato

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La certezza della Champions chiarisce anche la portata della prossima campagna trasferimenti. Le cessioni non mancheranno, perché il player trading resta una leva da utilizzare per la sostenibilità economico-finanziaria. Basti pensare che nel 2024-25, comprese le tre operazioni citate prima, i proventi da calciomercato ammontano a un centinaio di milioni. Ma non saranno necessari sacrifici pesanti. E si potrà continuare a investire in modo prospettico, a patto di rispettare lo “squad cost ratio” (il rapporto tra costi della rosa e fatturato, fissato al 70% dall’Uefa per l’anno solare 2025). La stellina Yildiz era stata già blindata da John Elkann con la manovra varata dopo l’esonero di Thiago Motta. A fine marzo l’azionista di maggioranza Exor ha versato 15 milioni, con un’eventuale integrazione fino a 110 milioni, nell’ambito di un aumento di capitale riservato a investitori istituzionali/qualificati, da determinare alla fine dell’estate, «al fine di tenere in considerazione, in particolare, l’impatto delle performance sportive in Serie A e nella Fifa Club World Cup, oltre che della campagna trasferimenti estiva». 

patrimonio

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La prima variabile si è risolta in senso positivo. Con la partecipazione alla Champions 2025-26, in linea teorica, potrebbero non servire altre risorse nell’immediato, a meno che le operazioni di mercato e il cammino al Mondiale per club siano inferiori alle previsioni (gli amministratori si aspettano almeno il superamento del girone nella competizione che scatterà a metà giugno negli Stati Uniti). Va detto, comunque, che il cda ha la facoltà di valutare rafforzamenti patrimoniali anche non “necessari”, ma molto prudenziali e volti, per esempio, a ridurre in modo strutturale l’indebitamento, accelerando il processo già previsto dal piano. Insomma, l’aumento di capitale (tecnicamente un Abb) dovrebbe esserci, anche se di importo inferiore al massimale. Exor si è detta disponibile a coprire integralmente la ricapitalizzazione, ma verranno consultati anche i soci di minoranza qualificata, cioè il fondo Lindsell e la società di criptovalute Tether per sondare una loro adesione.



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