Quattro anni con la Dea, altrettante stagioni in bianconero: in esclusiva ai nostri microfoni il doppio ex di Juventus-Atalanta, Sergio Porrini, Campione d’Europa con la Vecchia Signora nel 1996

Inutile girarci intorno, Juventus-Atalanta è il match più atteso della 28ª giornata di Serie A. Bianconeri e orobici distano rispettivamente sei e tre punti dalla vetta della classifica, occupata momentaneamente dall’Inter, senza dimenticare il Napoli di Antonio Conte a -1 dai nerazzurri.
I recenti rallentamenti del duo di testa mantengono vive le speranze di rimonta delle compagini di Thiago Motta e Gasperini. In esclusiva ai nostri microfoni lo storico doppio ex Sergio Porrini (1989-1993 all’Atalanta; 1993-1997 alla Juventus) ha presentato la sfida dell’Allianz Stadium: “Questo è un campionato con una media punti bassa per le prime in classifica, quindi rappresenta una grande occasione”.
La classifica dice che Juventus-Atalanta può valere lo scudetto: è realmente così?
“Questa partita può valere lo scudetto perché le due favorite, o comunque le due squadre che alla vigilia erano pronosticate per vincerlo, ovvero Napoli e Inter, hanno faticato e perso punti, permettendo sia all’Atalanta che alla Juventus di rientrare e quindi sperare. Un mese o un mese e mezzo fa sarebbe stato impensabile”.
La Juventus, criticatissima per le eliminazioni dalle varie coppe e per i numerosi pareggi in campionato con prestazioni insoddisfacenti, si pensava potesse perdersi; l’Atalanta, partita benissimo, era incappata in alcuni risultati negativi e non era riuscita a dare grande continuità”.
“Il rallentamento delle due squadre di testa ha permesso alla Juventus, reduce da cinque vittorie consecutive, e all’Atalanta, che ha solo tre punti di distacco dalla prima, di rientrare in corsa. Se oggi l’Atalanta avesse vinto con Venezia e Cagliari, sarebbe prima da sola. Perché non sperare, dunque, di agguantare il duo di testa e candidarsi alla vittoria finale? Questa partita aumenta ancora di più il suo interesse: è sempre stata bellissima negli ultimi anni, ma ora i tre punti sono davvero fondamentali”.
La Juventus arriva da cinque vittorie consecutive, ma non vince in casa contro l’Atalanta dal 2018. Chi vedi favorita tra le due?
“È una partita molto aperta. Non riesco a individuare una favorita, cosa che magari in passato era più pronosticabile. È una gara da tripla. Sicuramente, dal punto di vista del morale, nonostante la Juventus abbia subito tantissime critiche e persino una contestazione prima dell’ultima partita, arriva con il morale alle stelle: ha vinto cinque partite consecutive e, nonostante le grandissime difficoltà e critiche, si trova a soli sei punti dalla prima. Per questo, in questo momento, può essere leggermente favorita. Tuttavia, l’Atalanta ci ha sempre sorpreso: alterna partite sottotono e pareggi a vittorie altisonanti. È un risultato difficile da pronosticare, ma se dovessi sbilanciarmi, direi che la Juventus ha un leggero vantaggio, con un 60% contro il 40%.
Contestazioni, critiche ricevute, eliminazioni in Coppa Italia e Champions League. Quanto rischia Thiago Motta a fine stagione?
“Dipende da come finirà la stagione, da come la Juventus giocherà le ultime partite e da come l’ambiente reagirà ai risultati. Però è anche vero che la società ha scelto di puntare sui giovani e di ricominciare da zero con un allenatore emergente e giocatori di qualità e prospettiva, ma inesperti. A meno che non ci siano ulteriori contestazioni interne al gruppo o da parte della tifoseria, io proseguirei con Thiago Motta. Senza continuità, è difficile ottenere risultati: serve tempo. Poi, ovviamente, tutto dipenderà dagli ultimi incontri e dai risultati ottenuti”.
Gasperini ha parlato della possibilità di non rinnovare il contratto con l’Atalanta. Come lo vedresti sulla panchina della Juventus?
“Lo vedrei bene. Io Gasperini lo vedrei bene ovunque. È un ottimo allenatore, soprattutto quando si tratta di ricostruire una squadra che non viene da risultati soddisfacenti. Le sue metodologie di allenamento richiedono calciatori disposti a sposare il progetto, con tutto lo spogliatoio dalla sua parte. Ne è la dimostrazione ciò che ha fatto con l’Atalanta: inizialmente in difficoltà, addirittura a rischio esonero, poi ha vinto in campo neutro a Pescara contro il Crotone e successivamente quella storica partita contro il Napoli, lanciando i giovani”.
“Gasperini è un allenatore con idee forti e metodi di lavoro impegnativi, perché fa lavorare tanto in campo. Chiunque voglia ripartire con un progetto solido dovrebbe cercare di ingaggiarlo. Lo vedrei benissimo alla Juventus, così come in altre squadre che vogliono ricostruire. In passato era stato accostato anche alla Roma, ma poi rimase all’Atalanta. Vedremo cosa succederà, ma per una società importante alla ricerca di risultati e valorizzazione dei giovani, Gasperini sarebbe una scelta ottima“.
Se dovessi togliere un giocatore all’Atalanta che farebbe comodo alla Juventus, chi sceglieresti?
“Sicuramente Lookman. È un giocatore che fa la differenza e, quando è ispirato, può decidere le partite. Poi c’è De Roon, un altro fondamentale per l’Atalanta di Gasperini, sono due elementi difficili da sostituire”.
Si è parlato tanto di mancanza di leaders. Con qualche senatore in più, la Juventus sarebbe potuta essere ancora più vicina al duo di testa?
“Sicuramente. La crescita dei giovani avviene anche grazie agli errori, ma soprattutto quando sono inseriti in un contesto con due o tre leader che ne facilitano lo sviluppo. Forse, con un mix tra leader esperti e giovani, la Juventus avrebbe potuto ottenere qualche punto in più. Essere a soli sei punti dalla vetta, dopo tanti pareggi e prestazioni negative, è sorprendente”.
“Questo è un campionato con una media punti bassa per le prime in classifica, quindi è una grande occasione. Tuttavia, non si può mai sapere se un mix di giovani e leader avrebbe davvero portato a risultati migliori. Questa Juventus è completamente diversa da quelle degli anni passati, che erano sempre composte da grandi giocatori, tanti leader e personalità vincenti, dentro e fuori dal campo. Questa Juventus deve ancora costruire la sua identità“.
Chi, tra i giocatori attuali della Juventus, potrebbe intraprendere un percorso di crescita tecnica e caratteriale per diventare un leader?
“Dal punto di vista dell’atteggiamento e del temperamento, mi piace tantissimo Gatti. Credo sia forse l’unico vero leader in questa Juventus: lo vedi in campo, nel modo di giocare e di trascinare i compagni. Un altro giocatore che, se si sbloccasse e tornasse quello visto all’Atalanta, è Koopmeiners. Ha le potenzialità per diventare un leader e prendere in mano il centrocampo e lo spogliatoio”.
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