Juve, da Thiago Motta a Tudor: un mese dopo ancora al punto di partenza

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In 4 partite Tudor ha ottenuto 7 punti, ma il distacco dal quarto posto è rimasto invariato. E pure i difetti che avevano contraddistinto la gestione dell’italo-brasiliano non sono stati risolti…

Fabio Russo

Giornalista

Ricordate il gioco dell’oca? Ha quasi 500 anni di vita, ma la sua simbologia come metafora della vita è ancora attualissima. Quando avanzi di casella in casella sembra che tutto vada bene, ma se capiti in quella sbagliata torni al punto di partenza o quasi. Ecco, l’ultimo mese della Juve è stato come un crudele gioco dell’oca. Una partenza lanciata seguita da una brusca frenata, che ha riportato la situazione a quella di partenza.

la juve da motta a tudor

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È il 23 marzo quando Igor Tudor sostituisce ufficialmente Thiago Motta sulla panchina della Juve. In quel momento la squadra è reduce dalla sconfitta di Firenze ed è quinta in classifica, a meno uno dal Bologna quarto e con un vantaggio rispettivamente di uno e tre punti sulle due romane inseguitrici. In 29 giornate, la formazione dell’italo-brasiliano aveva segnato 45 gol, subendone 28, di cui 7 nelle ultime due uscite. Un mese e quattro partite più tardi, la classifica recita: Bologna 60, Juve e Lazio 59, Roma 57. Come in un crudele gioco dell’oca, i bianconeri sono tornati al punto di partenza. Anzi, se possibile peggio, perché se è vero che la distanza dal quarto posto è rimasta invariata, biancocelesti e giallorossi hanno rosicchiato un punto a testa alla squadra di Tudor. 

i numeri della juve di tudor

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Ma al di là della classifica, sono state le prestazioni a dare l’impressione di essere all’interno di uno scenario da “Gattopardo”, in cui tutto è cambiato (dal modulo agli uomini) perché poco (o nulla) sia realmente cambiato. Nei 360′ minuti sotto la gestione del tecnico croato la Juve ha realizzato 7 punti (media di 1,75 a gara) segnato 4 gol (media: 1 a partita) e ne ha subiti 3 (media: 0,75). Nelle 29 partite di A con il precedente allenatore, i bianconeri avevano una media punti di 1,79, con 1,55 gol medi a gara e 0,97 reti subite in media. La scossa, insomma, pare non esserci stata. E così, riecco tornare a galla i difetti atavici di tutta l’annata: attacco inconsistente, difesa sempre sorpresa sulle palle alte e mancanza di cattiveria agonistica. Sul tabellone, ormai solo 5 caselle separano la Juve dalla fine del campionato. Per salvare la stagione, non sono più permessi passi indietro.



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