C’è equilibrio solo fino al rigore di Retegui, poi Gasperini dilaga con le reti di De Roon, Zappacosta e Lookman. E la Signora rischia di stare fuori dalla prossima Champions
Niente passaggi di consegne: il maestro è ancora superiore all’allievo. E la lezione è chiarissima. L’Atalanta di Gasperini si conferma la miglior squadra del campionato in trasferta (33 punti in 15 partite), rifila 4 schiaffi in casa alla Juve di Thiago Motta (in gol Retegui su rigore, De Roon, Zappacosta e Lookman), chiude tra gli olé del suoi tifosi in trasferta e può continuare a inseguire il sogno dello scudetto: a sette giorni dallo scontro diretto con l’Inter al Gewiss i bergamaschi sono terzi a -3, con il Napoli (a due punti dalla vetta) pronto ad approfittarne. Per i bianconeri, invece, dopo 5 vittorie consecutive questo è un risveglio più che brusco: niente voli pindarici ma piedi ben puntati a terra per raggiungere quel quarto posto ancora solo momentaneamente di proprietà. Domani, infatti, potrebbe essere nuovamente della Lazio, pronta a volare a +1 in caso di successo sull’Udinese nel posticipo.
LA JUVE SBAGLIA, L’ATALANTA NO
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Thiago Motta soltanto per la terza volta in stagione (dopo seconda e terza giornata e ventitreesima e ventiquattresima) conferma la stessa formazione della partita precedente: nonostante il virus intestinale che l’aveva colpito alla vigilia, sulla trequarti c’è Yildiz, che vince il ballottaggio con l’ex Koopmeiners. Gasperini risponde con la mossa a sorpresa di Cuadrado (ex fischiatissimo) nel tridente offensivo con Lookman e Retegui, con l’obiettivo di limitare le incursioni di Cambiaso. Mossa azzeccata. “Penso che loro daranno tanto tempo di gioco al nostro portiere, però non vogliamo sempre andare da lui, perché altrimenti non andiamo in avanti”, aveva detto l’allenatore juventino pochi minuti prima del fischio d’inizio e così è effettivamente in campo: la Juve fatica a impostare e il compito di avviare l’azione viene lasciato spesso a Di Gregorio, che lancia lungo senza esito. Anche perché Hien, al rientro, si rivela un avversario parecchio duro per Kolo Muani, ora a secco da più di un mese. “L’Atalanta in ripartenza può fare molto male”, aveva aggiunto Motta e bastano 4 minuti per dimostrarlo: McKennie perde una brutta palla sulla trequarti, Ederson riparte e serve largo Lookman, chiuso in angolo da Thuram. In avvio, comunque, il ritmo è basso e, nonostante i nerazzurri sembrino più pungenti, le occasioni latitano. Così, è un episodio a sbloccare l’equilibrio: al 27’ Cuadrado guadagna un calcio di punizione sulla destra, Kolasinac lo batte in mezzo, Ederson ributta dentro l’area il pallone sulla respinta e McKennie, a contrasto con Djimsiti, colpisce il pallone con il braccio largo. Nessun dubbio per Sozza, che indica il dischetto. Dopo le polemiche per l’errore di Lookman contro il Bruges, a sfidare Di Gregorio si presenta Retegui (50% di realizzazione in stagione prima di oggi), che non sbaglia. L’Atalanta passa e l’atmosfera sull’Allianz Stadium si fa cupa, con una parte della Curva Sud che inizia a contestare la Juve con cori all’indirizzo di dirigenti e giocatori. Surreale guardando la classifica, che vede ancora la squadra di Motta in linea con l’obiettivo stagionale di qualificazione alla prossima Champions League. Complice l’ambiente, la reazione della Juve non c’è: la manovra è lenta e prevedibile, Yildiz è debilitato e si vede,. Il turco perde un sacco di palloni e da uno di questi, al primo minuto di recupero, nasce la doppia chance del raddoppio atalantino. Lookman ruba palla a metà campo al 10 bianconero, si invola e calcia dal limite: la sua conclusione, deviata, si stampa sul palo, poi, Ederson rimette al centro e Di Gregorio è miracoloso sempre sul nigeriano.
LA DEA SI SCATENA
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La Juve esce tra i fischi e dopo l’intervallo si ripresenta in campo con Koopmeiners al posto di Yildiz. Gasperini, invece, sceglie Brescianini per Cuadrado. La musica, però, non cambia e l’Atalanta raddoppia subito. È il 46’ quando Kelly sbaglia in impostazione e serve De Roon: l’olandese passa da Ederson, che manda in area Lookman, il cui tiro in diagonale viene respinto da Di Gregorio, che, però, non può nulla sul successivo tentativo a centro area di De Roon. Dalla Curva Sud si rialzano cori di contestazione e questa sarà la colonna sonora di tutta la ripresa. Anche perché la squadra di Motta, nonostante gli ingressi di Mbangula, Costa e Kalulu per Nico Gonzalez (fischiatissimo), Weah e Gatti (per lui solo applausi) al 53’ e quello di Vlahovic per Kolo Muani al 75’ non riesce mai a creare pericoli a Carnesecchi: lo score a fine gara dirà 0 tiri nello specchio della porta atalantina e appena 20 tocchi nell’area avversaria per la Juve, con il miserrimo dato di 0.76 gol attesi. Tutto il contrario degli avversari, spietatissimi e capaci di dilagare prima con Zappacosta, al 67’, che finalizza un assist di tacco di Kolasinac, e poi con Lookman, che dieci minuti più tardi batte Di Gregorio da fuori area dopo essere stato servito da uno scivolone di Vlahovic. Dopo questa serata Gasperini ha quattro motivi in più per credere a quel sogno scudetto definito “impossibile” appena due settimane fa. Thiago Motta, invece, perde solo la prima partita in casa in campionato della stagione, ma le conseguenze, alla luce delle dimensioni del risultato, della prestazione e del clima nella tifoseria (in centinaia sono usciti dopo la rete dello 0-4), potrebbero essere ben più pesanti di un semplice ko. Di certo, la lezione di Gasperini dimostra che per lui non è ancora ora del passaggio di consegne. Anzi, di questo passo attenzione che non possa esserci sulla panchina della Juve a fine stagione…
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