Basta una rete dell’argentino al 22′ per fermare i nerazzurri, apparsi svuotati di energie. Nel finale proteste per una trattenuta in area su Bisseck
Ad affermarlo dopo la sconfitta di Bologna era stato uno dei leader dell’Inter, Nicolò Barella, dicendo che sarebbe arrivato “il momento di raschiare il barile”. Oggi, la sensazione è che il serbatoio nerazzurro sia vuoto. Completamente in rosso. A San Siro, la Roma batte un’Inter in evidente apnea e condanna Inzaghi alla terza sconfitta consecutiva (mai successo nella sua gestione) senza neppure un gol segnato in queste ultime tre gare (altro fatto mai accaduto con Inzaghi). Se la ride Ranieri, che grazie al centro di Soulé e a una partita preparata alla perfezione si gode l’ultima alla Scala con una vittoria che conferma i giallorossi in piena lotta per un posto in Champions League.
shock
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Il primo tempo è un incubo per l’Inter e una passeggiata per la Roma. I primi 20’, considerando l’ormai solito silenzio della Nord e la chiusura del settore ospiti per disposizione ministeriale, ricordano maledettamente i tempi del Covid: un silenzio assordante in cui risuonano più i vocioni dei due portieri a mantenere alta l’attenzione dei compagni piuttosto che il rumore di chi in pochi giorni rischia di giocarsi un anno intero. La prima brutta notizia per Inzaghi arriva ad una decina di minuti dal via: Pavard finisce ko per un problema a una caviglia. Prova a rientrare, a testare, ma non ce la fa. E adesso la sua presenza a Barcellona mercoledì è tutt’altro che scontata. La prima palla gol invece capita sui piedi di Koné, padrone totale del centrocampo, che a giro manda di poco a lato. Ma è solo una questione di secondi: Pellegrini calcia ma viene ribattuto, il pallone finisce sul secondo palo dove tutta la difesa nerazzurra resta a guardare e si infila Soulé. Piattone tutto solo, 0-1. L’Inter non trova la forza di reagire, la Roma va forte alla ricerca del bis: prima sciupa Cristante, poi Carlos Augusto salva clamorosamente sulla linea un tap-in di Angelino che avrebbe messo Shomurodov davanti alla porta vuota. Il nervosismo di un’Inter incapace persino di abbozzare una reazione sta tutto nella frustrazione di Lautaro, che a palla lontana spinge Mancini a terra e si becca un’ammonizione totalmente evitabile.
tutto uguale
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Il copione della ripresa sembra un replay del primo tempo: l’Inter mantiene il possesso sterilmente in un clima quasi soporifero, la Roma si chiude alla perfezione e prova a pungere in ripartenza. Poi c’è Frattesi, che spreca qualsiasi pallone gli capiti tra i piedi e si traveste (già) da giocatore giallorosso. La squadra di Inzaghi non riesce né a creare e nemmeno a pensare qualcosa di positivo, allora il tecnico nerazzurro prova a pescare i jolly dalla panchina: rientro in campo per Dumfries e dentro Zalewski. Aria nuova sulle fasce. Nel giro di pochi secondi la sostituzione doppia porta subito qualcosa in più: Zalewski allunga per Frattesi palla verso il secondo palo dove Dumfries impatta di testa alla sua maniera ma Svilar c’è. L’Inter cresce e aumenta il pressing, Barella spreca una buona occasione, ma a sfiorare concretamente il gol è sempre la Roma con due errori clamorosi prima di Pisilli e poi di Dovbyk. La fase offensiva dell’Inter resta disordinata fino alla fine, quando Ndicka cintura Bisseck in area e tutta la squadra di Inzaghi protesta reclamando il rigore. Fabbri dice no. E finisce così. Il buco in cui è finita l’Inter è sempre più nero: a tre giorni dalla semifinale di Champions sul campo del Barcellona dei record, il Napoli può staccare l’Inter in testa alla classifica.
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