A Bergamo il centrale, già diffidato, è stato ammonito e poi espulso. Ecco perché tornerà da diffidato. Ma la tattica di Inzaghi di togliere dal campo gli ammoniti funziona alla grande
La tattica sembrava piuttosto elementare: vieni ammonito? Ti tolgo. Simone Inzaghi ha sempre ragionato in questo senso con un obiettivo molto preciso, ovvero quello di evitare squalifiche ingenue. E la strategia, fin qui, ha ampiamente dato i suoi frutti. Perché l’Inter dovrà rinunciare a uno dei suoi protagonisti per squalifica solo alle porte di aprile, il 30 marzo contro l’Udinese. È impressionante il fatto che i nerazzurri non abbiano mai avuto un giocatore indisponibile (infortuni a parte) in 29 giornate. Praticamente zero in nove mesi. Il primo sarà Bastoni, che – diffidato – è stato ammonito nella sfida scudetto di domenica scorsa sul campo dell’Atalanta. Già certo di saltare la sfida della ripresa post sosta nazionali, nel finale il difensore nerazzurro ha ricevuto pure il secondo giallo che gli è costato l’espulsione. Un rosso pesante, perché il regolamento è chiaro: dopo aver scontato la squalifica, Bastoni rientrerà già diffidato. E alla prossima ammonizione sarà di nuovo out. Ma la strategia di Inzaghi è inattaccabile…
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Eppure, nonostante l’Inter possa avere il primo squalificato solo a fine marzo, in Italia c’è persino chi ha fatto meglio. Perché i nerazzurri, nella classifica dei cartellini, sono secondi con 36 ammonizioni e un’espulsione. Mentre il Napoli si ferma a 36 gialli senza rossi. Chiude il podio la Juventus con 46 gialli e un doppio giallo. La squadra più “indisciplinata” del campionato è invece il Verona che conta 61 sanzioni, tra cui 5 doppie ammonizioni e 3 rossi diretti. Stesso numero di cartellini sventolati al Como (3 doppi gialli e 3 espulsioni), ma comunque meno rispetto a Udinese (64), Lazio (62) e Monza (65), che però hanno preso più ammonizioni che espulsioni e quindi hanno un peso specifico inferiore in questa speciale classifica. In ogni caso, l’Inter primeggia (in positivo) pure nella classifica delle sanzioni. E il merito è tutto di Simone Inzaghi e della sua strategia.
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