Inter, Dimarco e Mkhitaryan senza energie: la gestione di Chivu e il futuro

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I due sono in evidente problema di condizione. Ma non si tratta solo di energie…

Di scusanti ne hanno svariate. E tutte serie. Perché giocare in piena estate complica maledettamente la condizione atletica, perché l’Inter viene da una stagione massacrante che è ancora lontana dalla conclusione e perché pure sotto l’aspetto mentale il 5-0 Psg in finale di Champions League ha lasciato una cicatrice pesante sulla pelle di ogni membro della rosa nerazzurra. Eppure, dopo le prime due uscite “mondiali”, Federico Dimarco ed Henrikh Mkhitaryan sembrano i due interisti più spenti, più svuotati, più in difficoltà. A dirla tutta, l’esterno è in riserva già da tempo: non solo al Mondiale per Club, ma già a Monaco era stato forse il peggiore in campo e prima – tra Nazionale e finale di campionato – pareva un altro rispetto alla freccia che aveva lanciato l’Inter fino alla primavera. Un discorso che sicuramente riguarda la complicata tenuta fisica, resa ancora più difficile da quella psicologica con il trascorrere delle settimane e l’addio a tutti i trofei in palio, ma che si può pure allargare ad una questione tattica. 

spazi stretti

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Cristian Chivu, da quando si è insediato sulla panchina dell’Inter dopo l’addio di Simone Inzaghi, ha subito cercato di portare alla squadra qualcosa di nuovo, di diverso rispetto al recentissimo passato. Nessuno stravolgimento ma solo qualche piccola modifica. Tra cui l’utilizzo di un modulo leggermente diverso rispetto al 3-5-2 fisso di Inzaghi, ovvero un 3-4-2-1 con un riferimento davanti e altri due attaccanti puri in supporto. Una scelta che ha sì favorito qualcuno (vedere per esempio il giovane Carboni che pare nato per quel modulo), ma allo stesso modo – per adesso – ha pure penalizzato altri. Tra cui proprio Dimarco e Mkhitaryan. Perché l’esterno non ha più a disposizione tutta la corsia mancina per prendersi gli spazi, ma non appena supera la metà campo va per forza di cose a pestarsi i piedi con uno dei due attaccanti esterni. Discorso simile per Mkhitaryan che in queste prime uscite sta cercando di adattarsi ad una linea di centrocampo a 2 in mezzo e si è ritrovato con meno libertà di movimento. Nella sfida contro l’Urawa, da entrambi, sono arrivati errori tecnici da matita rossa: Dimarco ha avviato l’azione del vantaggio giapponese e inseguito in ritardo palesando tutte le difficoltà attuali nella sua corsa, Mkhitaryan si è divorato il potenziale pari calciando larga (e non di poco) un rigore in movimento. La sensazione oggi è che gli “ingiocabili” siano altri. Ma l’avventura di Chivu sulla panchina dell’Inter è appena cominciata e due colonne come Dimarco e Mkhitaryan avranno tutto il tempo per sistemarsi e tornare a spingere al massimo.

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