Stiramento per il centrocampista, al suo posto Gilmour. Ma non è l’unico forfait: lo slovacco si aggiunge ai vari Politano, Rrahmani, Buongiorno…
A questo punto, un salto ad una Basilica (Pompei: 25 km dal Maradona) rientra nel piano di lavoro: possibilmente da affrontare in macchina, ovviamente, per evitare ulteriori sforzi e non rischiare ulteriormente di trovarsi azzoppati. Stanislav Lobotka, e s’era intuito, va ad allungare la lista dei degenti, ingrossa una infermeria bella piena e sparge un pizzico di ansia intorno al Napoli e pure a se stesso: la Slovacchia, dolorosamente, ha dovuto arrendersi e voltare pagina – ciak, si vira – e per le due sfide che l’attendono, in Irlanda e con il Lussemburgo, Calzona dovrà inventarsi un regista nuovo, la stessa identica soluzione che Antonio Conte dovrà analizzare per i suoi prossimi due, tre o quattro impegni, perché con uno stiramento non si sa mai.
intuito
—
E comunque, è andata come s’era sospettato al 42’ di Napoli-Genoa, quando Lobotka si è seduto in terra, ha alzato un braccio, ha invocato l’intervento dei medici e poi con loro è uscito immediatamente dal campo, la faccia che esprimeva il disappunto e forse anche la paura: aveva capito, perché il corpo lancia messaggi inequivocabili, che in quel momento era finita la sua partita e altre probabilmente non sarebbero cominciate nella immediatezza. Con quelle in Nazionale, in cui ha fatto un salto per regolamento e per i primi controlli di lunedì, bisognerà aggiungerne altre con il Napoli, e si capirà in giornata quante saranno: dalla Slovacchia sono ottimisti e anche cauti (“Forse tre settimane potrebbero bastare”) ma la medicina offrirà certezze in mattinata e le trasmetterà a Conte, che calendario in mano sa di dover affrontare il Torino (il 18 ottobre), il Psv (il 21), l’Inter (il 25), il Lecce (il 28) e poi il Como per inaugurare novembre.
niente inter
—
Tre settimane da raccontare a se stesso, istante dopo istante, come va, cosa è cambiato, come si sente e quante chance si concederà: e se dovessero essere necessari, o magari indispensabili, ventuno giorni, è aritmetico pensare che Lobotka rientri contro il Como di Fabregas, non prima. Però a Castel Volturno si procede con prudente realismo e la risposta, assai indicativa, arriverà dagli esami strumentali che verranno effettuati al Pineta Grande Hospital, due passi dal centro sportivo, una passeggiata di salute verrebbe da dire.
come un anno fa
—
Trecentosessantasei giorni, per ritrovarsi di nuovo immalinconito, l’espressione rassegnata e un senso di frustrazione che non può essere combattuto: il 4 novembre del 2024, al Maradona contro il Como, Lobotka uscì per un acciacco più o meno simile e ci rimise quattro gare; un anno dopo, stavolta con il Genoa, nuovo accidente, e prognosi che sembra possa somigliare a quella precedente. Giocherà Gilmour, in mezzo al campo, come da caratteristiche tecniche: perché avendocelo in organico, un regista non conviene inventarselo.
e a destra?
—
Non è un momento felicissimo della stagione, adesso va così, e stamattina arriveranno diagnosi e anche prognosi a tutto campo, in modo da consentire a Conte di scoprire se ed eventualmente per quanto dovrà rinunciare a Politano, che sempre domenica s’è imbattuto in noie divenute ormai ricorrenti e che spera si tratti semplicemente di un affaticamento, di un lieve risentimento, di qualcosa che gli sottragga soltanto la Nazionale e niente altro. Il campionato e la Champions chiamano e un esterno offensivo che faccia il lavoro pulito e pure quello sporco non si regala a nessuno. Però le sensazioni sono le solite e non è poi il caso di avventurarsi in un ottimismo di maniera, conviene rivolgersi direttamente alla scienza, per saperne di più, per capire se l’emergenza finirà per investire anche il centrocampo o se invece sarà soltanto stato un allarme a metà. E allora, in quella (maledetta) ipotesi, forse sarà pure il caso di pregare e la passeggiata a Pompei diventerebbe un’esigenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA