L’inglese si è rivisto a Venezia dopo l’infortunio al gomito: Conceiçao dietro ha trovato equilibrio ma l’esperienza dell’inglese, all’interno di un sistema che conosce bene, potrebbe tornare utile contro il Bologna. Con vista sulla prossima stagione
Lui è stato, coerentemente con la sua natura pubblica, assolutamente onesto: “Non sono un fan del modulo, ma mi devo adattare alla Serie A e ai miei giocatori”. La riflessione è di Sergio Conceiçao, è arrivata dopo la vittoria di Venezia e il sistema di gioco a cui si riferisce è ovviamente quel 3-4-3 che ha impresso al suo Milan un’accelerata sicuramente tardiva in chiave campionato ma decisamente interessante in vista della finale di Coppa Italia. Per uno come Sergio, che ha nel 4-4-2 il modello tattico di riferimento, è un altro mondo. Ma, come ha ammesso lui, occorreva cercare di spremere il meglio nell’ultimo mese stagionale. In quattro partite: nove punti, nove gol fatti, uno incassato, tre clean sheet. Pur nell’esiguità del numero di match, e quindi con le dovute proporzioni, numeri da primato: media punti di 2,25, il Napoli capolista viaggia con 2,17. Diciamo che il tecnico portoghese avrebbe potuto iniziare a dedicarcisi un pelo prima.
differenze
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Intanto, però, le differenze dal 4-2-3-1 sono evidenti. Non è solo l’irrobustimento della linea difensiva in sé, ma la sincronia nei movimenti. Le scalate degli esterni. A proposito di esterni: è fisiologica, in questo contesto, la maggiore libertà di spinta potendo contare su una maggiore copertura alle proprie spalle. I vantaggi, per il Milan di quest’anno sfilacciato e perforabile, è maggior equilibrio in tutte le zone del campo. Il centravanti, con i due esterni offensivi che, a loro volta, hanno le spalle coperte, gode di miglior assistenza (l’esempio più chiaro arriva da Jovic, che nonostante sia un attaccante più adatto a giocare in sistemi a due punte, sta vivendo un periodo magnifico). Gli esterni alti come Pulisic possono, per lo stesso motivo, accentrarsi sapendo di non creare voragini irrimediabili.
verso i 35
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Gli esterni, appunto. O meglio: le ali. Sono l’ago della bilancia in questo contesto e il 3-4-3 attuale di Conceiçao ha appena ritrovato un giocatore che potrebbe rivelarsi particolarmente prezioso nel finale di stagione. Per esperienza tattica e capacità di giocare in due posizioni. A Venezia, un po’ alla chetichella, è tornato a disposizione Kyle Walker dopo la frattura al gomito. L’inglese ha saltato in tutto tre partite (Udinese, Atalanta, il ritorno con l’Inter in coppa) e al Penzo ha preso il posto di Jimenez, quindi da esterno puro. A fine mese l’inglese compirà 35 anni e non si può più tornare ai tempi delle sgasate a ciclo continuo in fascia, ma è comunque un ruolo che può – e sa – fare. Così come si trova a suo agio sul centrodestra nella difesa a tre, posizione occupata più volte al City. In questo momento quei territori sono governati da Tomori, ma è evidente che in vista della finale di Coppa Italia l’allenatore prenderà in considerazione anche Kyle. Uno che qualche trofeo in carriera lo ha alzato. Un finale di stagione da protagonista potrebbe anche definire con chiarezza il suo futuro: l’inglese è arrivato in prestito con diritto a 5 milioni e, dopo un periodo in cui il riscatto pareva già cosa fatta, se n’è aperto un altro con qualche incertezza in più. Da parte del club e anche del diretto interessato. La coppa e un finale d’annata di nuovo da protagonista schiarirebbero le idee a tutti.
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