L’ex difensore di Juve e Inter si racconta: “Sono stato compagno di Iuliano, non ha mai ammesso il fallo su Ronie. Nella mia Academy niente tiki taka, solo palla in verticale…”
i l “Baresi del Duemila” era elegante, ma davvero: palla al piede, testa alta, petto in fuori, Salvatore Fresi rappresentava – a quel tempo – il prototipo del libero moderno, anzi futurista. Il tempo è volato via e non è certo l’ora dei rimpianti: perché quel giovanotto dell’epoca, 22 anni e non sentirli addosso, ora che ha appena superato i 50, riguarda se stesso e la sua parabola con gratitudine verso il destino. “Credo mi sia andata bene, nonostante io sia comunque convinto che avrei potuto ottenere di più dalla carriera. Ma se ci ripenso: un Europeo Under 21, una Coppa Uefa con l’Inter, uno scudetto con la Juventus, la promozione in B con la Salernitana, un numero esagerato di Palloni d’oro con cui ho condiviso il mio lungo viaggio. Non male…”.