Dopo il ko di Oslo, breve colloquio tra il numero uno federale e Spalletti: troppo vicina la prossima sfida contro la Moldova per inventarsi qualcosa. Ma durante l’estate…
La faccia di Gabriele Gravina all’intervallo e alla fine della partita con la Norvegia parlava da sola. Una maschera di cera. Il numero uno della Figc se n’è andato senza parlare, come fa sempre dopo le partite. Forse stavolta qualcosa da dire c’era. Forse stavolta era necessario dire qualcosa. Sotto la sua gestione l’Italia ha vinto Euro 2021, ma ha fallito la qualificazione ai Mondiali del 2022 e, dopo il tracollo di Oslo, rischia seriamente di mancare anche quella alla Coppa del Mondo del 2026. Sarebbe la terza volta di fila. Un punto di non ritorno per il nostro calcio ed è chiaro che con uno scenario del genere, l’unico responsabile non può essere Luciano Spalletti, che comunque di colpe ne ha parecchie. È stato il numero uno della Federcalcio a non dimettersi e a confermare il ct dopo l’umiliante Europeo in Germania. Adesso, passata l’illusione di una Nations League in cui credevamo di essere ripartiti, siamo di nuovo spalle al muro in questo girone di qualificazione ai Mondiali 2026.
la situazione
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Anzi, il ko di Oslo è ancora peggiore rispetto a quello contro la Svizzera negli ottavi di Euro 2024. Certo, stavolta possiamo sperare che la Norvegia crolli a sorpresa in una delle prossime gare (per ora ne ha vinte tre su tre…) e di fare percorso netto compresa l’ultima sfida, quella di novembre a Roma, contro la formazione del ct Solbakken. In questo momento però siamo in ginocchio, con la prospettiva di andare un’altra volta ai playoff, già fatali contro Svezia (2017) e Macedonia del Nord (2021). Sempre di arrivare almeno secondi in un girone che comprende Moldova, Israele ed Estonia. Siamo forse al punto più basso della nostra storia calcistica. O poco ci manca. Inevitabile farsi delle domande. Subito. Prima che sia troppo tardi. Prima che, ancora una volta, un’intera nazione sia costretta a guardare davanti alla tv un altro Mondiale. Il terzo consecutivo. Dopo la partita di Oslo, Gravina ha incontrato brevemente Spalletti: gli ha detto di pensare solo alla prossima partita. Lunedì andremo a Reggio Emilia e al Mapei Stadium sfideremo la Moldova che ha zero punti (come noi) dopo due gare giocate. Una vittoria sarebbe meno di un brodino caldo dopo la figuraccia di ieri sera. Gli 850 tifosi azzurri nello stadio di Oslo hanno contestato la squadra, ma quei cori li ha sentiti anche Gravina, seduto in tribuna d’onore insieme ai suoi collaboratori. E nel dopo partita quando gli italiani defluivano dall’impianto, ci sono state altre parole non certo di stima per il ct e Gravina. Diversi si sono fermati nonostante la pioggia vicino ai pullman dei calciatori e dei dirigenti e hanno fatto sentire il loro malcontento. Poi sono stati invitati ad avvicinarsi all’uscita dal servizio d’ordine norvegese. E adesso cosa può succedere? Abete si dimise dopo il tracollo nel Mondiale del 2014 in Brasile. Tavecchio gettò la spugna dopo il primo fallimento nei playoff mondiali contro la Svezia, nel 2017.
tra presente e futuro
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Gravina invece restò al suo posto dopo il fallimento in “mondo-visione” contro la Macedonia nel 2021 e poco più di quattro mesi fa è stato rieletto presidente della Figc con oltre il 98% dei consensi. Ora è arrivato il ko di Oslo. Pesante, anzi pesantissimo. È possibile recuperare nei prossimi mesi o nei playoff, ma c’è anche il rischio di ritrovarsi nella primavera del 2026 senza un pass per i prossimi Mondiali. Per la terza volta. A quel punto il terremoto sarebbe inevitabile.
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