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Come cambierà lo stadio di San Siro senza gli inquilini Inter e Milan? – Corriere del Ticino

September 7, 2023 | by allcalcio.it

Cosa vedremo allo stadio di San Siro dal 2027 in avanti? L’unica certezza è che vedremo lo stadio di San Siro, con i concerti e il calcio. Ecco, magari non sarà il calcio di Inter e Milan, decise a costruirsi il mitico impianto di proprietà, quello che nei sogni dovrebbe consentirgli di fare un mercato come la grandi squadre di Premier League. Peccato che nel frattempo siano arrivati gli arabi…. Ma cosa è successo negli ultimi giorni e perché Inter e Milan potrebbero essere sostituite addirittura da Juventus e Monza?
La soprintendenza ha posto un vincolo sul secondo anello di San Siro, considerato quindi patrimonio culturale intoccabile. Bisogna ricordare che lo stadio, inaugurato nel 1926 come stadio del Milan (l’Inter ci gioca dal 1947), nel 1935 fu acquistato dal Comune di Milano che ancora oggi ne è proprietario. E l’ormai mitico secondo anello fu inaugurato nel 1955, mentre l’assurdo terzo anello è un lascito, a carissimo prezzo per le casse dello Stato italiano, del Mondiale del 1990. Insomma, dall’agosto 2023 San Siro può essere considerato un monumento e la cosa non è del tutto strampalata visto che si tratta del terzo luogo più visitato di Milano dopo il Duomo ed il Cenacolo di Leonardo. 
La speranza di Inter e Milan di farsi regalare l’area, abbattere lo stadio, costruirne uno nuovo insieme ad una serie di strutture commerciali termina qui ed almeno a parole i due club vanno avanti con i loro progetti. L’Inter ha stretto un accordo con la società proprietaria dell’area scelta a Rozzano (Sud di Milano), che le dà una prelazione fino al giugno 2024 per un impianto da 70.000 posti, dal costo presunto di 500 milioni di euro. Per il Milan l’area scelta è San Donato Milanese (Milano Sud-Est) e la mossa fatta è l’acquisizione di una società proprietaria di alcune concessioni edilizie, certo non quella per il megastadio. Insomma, nonostante le minacce mascherate da annunci, Inter e Milan non lasceranno San Siro prima del 2028, considerando i tempi italiani per permessi e lavori. Soltanto fra 5 anni, se tutto andrà bene (o male), gli interisti andranno a Rozzano e i milanisti a San Donato. Per i tifosi ticinesi questo significa rispettivamente 45 minuti e 54 di auto da Chiasso, contro i 35 per San Siro, e peggio ancora andrebbe per chi usa i mezzi pubblici.
Uno degli aspetti paradossali di tutta la vicenda è che dopo avere tentato di abbatterlo Inter e Milan vogliono scappare da uno stadio che la UEFA ha giudicato a 5 stelle nel 2016, finale di Champions League vinta ai rigori dal Real Madrid di Zidane sull’Atletico di Simeone, e probabilmente anche nel 2026, visto che l’assegnazione della finale di Champions dieci anni dopo la precedente sembra sicura. Non soltanto: uno dei cinque stadi italiani dell’Europeo 2032, organizzazione congiunta con la Turchia, sarà proprio San Siro, più o meno ristrutturato con soldi pubblici. Insomma, anche senza ricordare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali 2026 pare che a calcio lì si possa ancora gi ocare e che la gente gradisca anche, visti i tutto esaurito quasi fissi dei due club.
Nella storia del nuovo stadio di Inter e Milan la posizione del Comune di Milano è cambiata più volte, a seconda anche del proprietario dei club: è chiaro che cinesi sull’orlo del fallimento e americani dagli obbiettivi misteriosi non danno le garanzie di Moratti e Berlusconi. Poi è vero anche che sia giunte di destra sia giunte di sinistra hanno rispettato i dettami del vero partito unico milanese, quello del cemento, e quindi ufficialmente i sindaci, compreso quello attuale Beppe Sala, hanno accolto con favore qualsiasi progetto. Adesso però con Rozzano e San Donato la situazione cambia ed infatti è degli ultimissimi giorni l’apertura di Sala ad una ipotesi ibrida rispetto a quella originaria dei due club (stadio in zona San Siro ma abbattendo il Meazza), quindi nuovo stadio vicino a San Siro ma senza abbattere l’impianto diventato monumento. Ipotesi che potrebbe piacere all’Inter, senza dimenticare lo scenario del bluff degli Zhang e cioè di un’Inter che mai ha davvero voluto andarsene.
Cosa sarà di San Siro, che a questo punto non si potrà più abbattere? Diventerà sempre di più il tempio della musica live, visto che nel 2023 è stato toccato il record di 19 concerti in meno di due mesi, da Tiziano Ferro ai Coldplay, da Ligabue ai Muse, da Mengoni ai Depeche Mode, da Ultimo ai Måneskin. Facile arrivare a 30, «rubando» megaeventi come il recente Springsteen di Monza. Ma lo sport rimarrebbe, per eventi singoli (Nazionale di calcio e di rugby) e anche su base continuativa: non è un mistero che la Juventus del futuro preferirebbe giocare le sue partite di Champions League in uno stadio da 75.000 spettatori e non nel suo da 40.000, e qualche sondaggio è già stato fatto. Grande interesse anche da parte del Monza, che la famiglia Berlusconi vorrebbe vendere (con Galliani incluso nel pacchetto) con il club ancora in Serie A. Agli occhi dell’arabo della situazione Monza non è una città di 123.000 abitanti capoluogo di provincia, ma un quartiere di Milano. La terza squadra di Milano potrebbe a questo punto giocare a San Siro e magari anche superare le cugine di Rozzano e San Donato. Un mondo in ogni caso dal 2028 in avanti, con Inter-Milan sostituito da Juventus-Monza, per certi versi anche questo un derby visto il numero di tifosi bianco. 

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