Col Feyenoord servono gol: il Milan si aggrappa a Gimenez (e studia come servirlo)

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Il messicano ha già timbrato due volte in campionato e in Champions ha una media eccellente: ma va innescato in profondità con un giro palla più veloce e verticale

Marco Pasotto

Giornalista

Stavolta Santiago Gimenez parte in vantaggio. O almeno, dovrebbe. Perché un conto è ritrovarsi davanti per la prima volta la squadra in cui si giocava fino a pochi giorni prima, in quello che è stato il proprio stadio, con tutto il frullatore di pensieri che ne deriva. Diverso, invece, affrontare il secondo round: magari non è proprio routine, ma la spremuta di emozioni è molto più annacquata. E poi c’è il fattore campo: stavolta la Kuip, la “vasca”, sarà quella del Meazza. L’unico problema sarà cercare nuove strade per vincere il duello contro ex compagni che lo conoscono come un libro aperto. Dopo la partita di Rotterdam, non a caso, David Hancko aveva detto: “La sfida con Gimenez? L’ho marcato stretto perché so che non gli piace”.

in salotto

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Sei giorni dopo, “Santi” ci riprova e l’obiettivo è riuscire a lasciare il segno a tutti i costi perché da questa partita non si torna indietro: ottavi con Inter o Arsenal, o addio alla vetrina europea in quella Champions che per il messicano è confortevole come il salotto di casa. In una squadra che, soprattutto negli ultimi tempi, fatica tremendamente a creare occasioni da gol, infatti, le speranze sono riposte in chi là davanti è spesso una sentenza. Il Milan, molto semplicemente, è aggrappato a lui perché martedì sera occorrerà vincere con due gol di scarto. 

Gimenez ha timbrato due volte su due in campionato, e in Coppa Italia ha mandato in gol Joao Felix. Ma, soprattutto, l’ha buttata dentro cinque volte in altrettante partite di Champions col Feyenoord. Una media clamorosa: una rete ogni 59 minuti (era record in questo torneo), poi cresciuti a 75 dopo la partita col Milan a Rotterdam. Come ha sottolineato Ibra, però, occorre metterlo nelle condizioni di rendere al meglio, perché non è concepibile che il Milan offensivamente produca le briciole viste in Olanda e col Verona. Non con la qualità del pacchetto avanzato. E a Santi va anche concessa la possibilità di sbagliare: col Verona due palloni e due gol (uno annullato), ma anche un fucile di precisione a volte può sbagliare se il contesto non è quello giusto.

gli esempi

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Quale, allora, questo contesto? Per esempio servirlo in profondità. Gimenez è un giocatore che ama la progressione, usare la fisicità e la corsa per liberarsi della marcatura. E questo, purtroppo per lui, per il momento resta un Milan che sta sull’altra faccia della luna. Quella oscura, dove il giro palla è lento e stucchevole, e dove quindi gli attaccanti per forza di cose finiscono con lo “spalmarsi” sulle difese avversarie, agevolando i difensori nei compiti di controllo. La rete annullata col Verona è l’esempio perfetto delle modalità che Santi apprezza per essere servito. Ma sono graditi anche i cross dettati dai suoi movimenti, cross che negli ultimi tempi di Fonseca abbondavano abbastanza e adesso si sono diradati. Nelle foto qui sotto, per capire meglio, le situazioni con cui la squadra è riuscito a innescarlo nella partita di andata al De Kuip. Spazi in profondità, scatti sul breve per prendere posizione in area piccola, lanci sul filo del fuorigioco, dove spesso lui ama collocarsi: il Milan studia come armare i piedi di Santiago, ma deve farlo in fretta, e deve riuscirci anche in una partita dove i difensori avversari sanno già cosa aspettarsi.



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