La finale di Champions persa contro il City nel 2023 portò ai saluti Onana, Skriniar e Brozovic. Dopo il disastro di Monaco il caso potrebbe ripetersi
Chissà se si tratti di una questione motivazionale, ambientale, di soldi, o se invece ci sia qualcos’altro. Di sicuro c’è che l’ipotetico triplo addio di Sommer (ad oggi il meno probabile), Dumfries (spaventa la clausola da 25 milioni appena) e Calhanoglu (sempre più convinto di tornare in patria al Galatasaray) pare un film già visto. Praticamente un déjà vu. La grande cavalcata, le emozioni, l’euforia, poi la delusione più pesante di tutte all’ultimo passo, in finale di Champions proprio quando si intravedeva la storia, lì, a distanza di un ultimissimo sforzo. Di un’ultima impresa. Quella che avrebbe potuto rappresentare un sogno diventato realtà e che invece si è trasformata in un incubo oscuro. Oggi, come un paio d’anni fa, l’Inter prova ad archiviare la finale di Champions persa. Ma proprio oggi è ancora più complicato rispetto al recente passato: perché dopo la delusione di Istanbul c’era la convinzione di potersi riscattare, perché il percorso – tra girone top, le doppie sfide a Bayern e Barcellona – era stato ancora più epico rispetto al 2023, perché il Psg pareva avversario più alla portata rispetto al Manchester City di Guardiola. E invece l’epilogo è stato decisamente peggiore. La finale di Istanbul, poco dopo, portò agli addii di Onana, Skriniar e Brozovic. Ancora più clamorosa la tendenza addio post-finale se si allarga il tema ai nomi di Lukaku (“paragonabile” a un Correa) e Dzeko (che come Arnautovic ha detto addio in scadenza). Portiere, difensore, regista – più due attaccanti -. Praticamente lo scheletro della squadra. E oggi, gli stessi addii potrebbero clamorosamente replicarsi cambiando soltanto i nomi dei protagonisti.
triplo addio?
—
Il più vicino a salutare l’Inter è indubbiamente Hakan Calhanoglu. Il Galatasaray lo vuole con grande convinzione, lui mira ad un ritorno in patria con altrettanta sicurezza, ma dalle parti di viale della Liberazione non sono ancora arrivate proposte, offerte, pec o telefonate. È il gioco delle parti. Una trattativa che ricorda quella che portò Brozovic in Arabia Saudita, all’Al-Nassr di Cristiano Ronaldo. Le parole, gli scherzi social di Epic Brozo, poi l’offerta giusta e il via libera. Addio al regista. Per quanto riguarda Dumfries il discorso ricorda invece la situazione Skriniar, con una differenza di 25 milioni.
Lo slovacco scelse di andarsene a parametro zero dopo Istanbul – proprio al Psg -, ma il concetto è simile alla clausola di Denzel: davanti ad una situazione contrattuale così definita, l’Inter non può fare molto se non osservare e sperare che, oggi, Barcellona e Manchester City non affondino per l’olandese. E infine il portiere: troppo grossa, nel 2023, l’occasione di “rifilare” Onana al Manchester United per 50 milioni dopo averlo preso a zero un anno prima. La situazione Sommer oggi è diversa. Ma il denominatore comune lo stesso: delusione insopportabile dopo la finale di Champions e pensieri di addio. Da Onana, Skriniar e Brozovic a Sommer, Dumfries e Calhanoglu. Del resto, che la storia sia ciclica si sa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA