Il bosniaco è il 4° titolare perso dai nerazzurri per un grave infortunio in questa stagione
La Dea si è sbendata definitivamente domenica, al tramonto del primo tempo di Atalanta-Bologna, quando Kolasinac ha alzato un braccio – pur non sapendo ancora che sarebbe stato il segnale della sua resa (temporanea) – e i compagni hanno spiegato a gesti alla panchina che sarebbe servito il cambio. Qualche ora dopo, la sesta sentenza depositata nella cancelleria dell’Atalanta nel giro di dieci mesi: un altro crociato, il terzo, sempre il sinistro. E la sesta operazione con ricaduta sulla stagione, anche se la prima (Scalvini) risale al giugno scorso, dopo l’ultima, beffarda giornata del torneo passato: ai tre legamenti delle ginocchia di Kolasinac, Scalvini e Scamacca, vanno aggiunti i due interventi al tendine di Scamacca e Kossounou e quello alla spalla di Scalvini. La Dea della sfortuna, che in realtà ci ha visto benissimo: altro che bendata.
fra roma e barcellona
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Se non fosse che c’è poco da scherzare, si potrebbe dire che Villa Stuart a Roma e l’Hospital Quironsalud di Barcellona sono diventate succursali di Zingonia. Nella prima clinica, il professor Mariani ha ricostruito i legamenti crociati anteriori di Scalvini e Scamacca e lo stesso farà presto con quello di Kolasinac: il bosniaco si era illuso che potesse trattarsi di una “semplice” distorsione, era uscito dallo stadio sulle sue gambe, ma nel giro di poche ore il ginocchio si è gonfiato vistosamente e ha perso mobilità, tanto che l’Atalanta ha deciso di anticipare gli esami, e il verdetto, a domenica sera. Fra oggi e domani l’intervento: Kolasinac, contratto fino al 2026 con possibilità di rinnovo, conta di tornare più o meno dopo la sosta di ottobre del prossimo campionato. A Barcellona, invece, il luminare ortopedico Cugat Bertomeu ha risolto le lesioni tendinee al retto femorale di Scamacca e all’adduttore di Kossounou. La spalla di Scalvini non ha avuto bisogno di lunghi viaggi: è stata stabilizzata all’Humanitas di Rozzano dal professor Castagna e dalla sua equipe.
piani rovinati
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L’eccezionalità della concomitanza di tanti infortuni traumatici ne comporta un’altra: l’Atalanta è terza e in piena corsa per un posto Champions pur avendo dovuto fare a meno molto a lungo di tre potenziali titolari (e un titolarissimo lo perderà per le ultime sei, decisive, gare). Due addirittura per tutto l’anno, in pratica: Scamacca, che nei piani di Gasperini doveva diventare insieme alternativa e partner di Retegui, importante opzione offensiva in più immaginata al top per il ciclo più complicato del calendario; e Scalvini, immaginato dal tecnico non solo difensore, ma anche carta in più a centrocampo, per consentire rotazioni e minutaggi meno “obbligati” per De Roon e Ederson.
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torna kos
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Al terzo titolare, Kossounou, la Dea ha dovuto rinunciare per tre mesi abbondanti: proprio nel momento che si è poi rivelato il più delicato dell’anno e la sua assenza ha pesato non poco, considerando il ruolo centrale, anche dal punto di vista tattico, che aveva ormai assunto dopo i primi mesi di ambientamento. Ora l’ivoriano domenica a San Siro probabilmente rivedrà il campo, giusto in tempo per compensare il forfeit di Kolasinac e ammortizzare i possibili, prossimi stop di Djimsiti e Hien, entrambi diffidati. Anche se l’albanese lo è da dieci gare di fila…
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