Il neo acquisto può essere l’uomo in più che mancava alla Dea: ha qualità e tiro per giocare da prima e seconda punta
“Daniel Maldini ha dimostrato sin dal primo giorno di essere perfetto per il progetto Atalanta”. La recente benedizione dell’a.d. Luca Percassi è stata un tributo alla scelta “filosofica” di un giocatore giovane, italiano, già in orbita Nazionale, con prospettive di crescita tecnica, tattica e caratteriale. Che poi Maldini debba ancora “entrare” in quel progetto, quello di gioco, dell’Atalanta è ovviamente comprensibile, anzi scontato. È arrivato a Bergamo alla fine del mercato di gennaio, ha giocato mezzora in Coppa Italia contro il Bologna, ha avuto un problema muscolare, è rientrato solo sabato scorso, per altri 30’ contro il Venezia, e quella iniziata l’altro ieri è in pratica la sua seconda vera settimana di lavoro in gruppo. Non abbastanza per lasciare il segno come l’Atalanta si augura farà presto, ma abbastanza per rafforzare la convinzione di Gasperini, già maturata dopo le prime apparizioni e circostanziata dopo l’ultima gara: Maldini non ha (ancora?) nelle corde il giocare da attaccante esterno come lo fanno De Ketelaere e Lookman, che hanno alle spalle un lungo tirocinio alla fonte delle idee tattiche del tecnico.
Cosa può dare
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Allo stesso tempo, però, il Gasp ha verificato cosa e dove Maldini può dare alla squadra ciò che serve in questo momento: caratteristiche offensive sintetizzate da spunti di qualità e da un tiro “importante” con i due piedi; freschezza, cambio di ritmo e ricerca della profondità per rivitalizzare certe trame, consentendo agli attaccanti titolari di recuperare forze: in un momento in cui, per qualcuno, la spina della benzina a volte tende al rosso e quella delle energie mentali lampeggia a intermittenza; il carattere per cercare sempre la giocata, senza paura di prendersi la responsabilità di tentarla. Ma soprattutto: la capacità di adattamento e la duttilità per ricoprire tutti gli altri ruoli nei moduli offensivi compresi nella proposta nerazzurra. Gasp lo ha provato, sia in partita che in allenamento, da riferimento centrale: soluzione già tentata con Zaniolo, ma Maldini ha attitudini più compatibili con il ruolo e pure la disponibilità a ricoprirlo. Anche se la sua posizione in campo più naturale resta quella da seconda punta, dunque accanto a uno dei tre del tridente, avendo alle spalle un trequartista: altra interpretazione, quest’ultima, che potrebbe garantire, in uno schieramento a trazione offensiva.
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Più gol
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In tutti i casi una risorsa che può – dovrà – essere preziosa, dato che CDK, Retegui e Lookman, in modi diversi, hanno bisogno di alternative. E Maldini ha tutto per dare, pure entrando dalla panchina, un contributo importante: anche di gol, nonostante anche in questa stagione (solo tre gol finora), come già in quella passata (quattro), la capacità realizzativa non sia stata la sua dote migliore. Ma la carriera di Gasperini è piena di attaccanti fatti crescere (anche) sotto questo punto di vista.
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