Juventus-Cesena e il caso petardo di Dario Sanguin. Serie A Noir di Zara

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1987, Juve-Cesena, un petardo esplode e il centrocampista ospite si accascia a terra. Ne seguiranno analisi, polemiche, prove mai trovate, dichiarazioni forti e un verdetto che fece discutere

Un petardo lanciato dalla curva, un calciatore colpito alla testa, una partita decisa a tavolino. E una scia di polemiche, veleni, misteri più o meno svelati. 22 novembre 1987, 9ª giornata del campionato di Serie A, al Comunale di Torino si gioca Juventus-Cesena. Il primo tempo si chiude sullo 0-0. I calciatori delle due squadre hanno infilato il tunnel – un lungo tendone bianco – che porta agli spogliatoi. Il petardo – partito dalla curva Filadelfia – scoppia a terra, accanto al tendone. Il bagliore causato è visibile da buona parte degli spettatori seduti in curva e in tribuna. Il centrocampista del Cesena, il padovano Dario Sanguin, porta la mano all’orecchio, quindi si accascia. Chi gli è accanto in quel momento – gli juventini Antonio Cabrini e Renato Favero, così come il compagno di squadra Alessandro Bianchi – si accerta immediatamente delle sue condizioni. 

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