Le ultime prestazioni hanno messo in luce le principali criticità dei bianconeri: dalla tenuta al carattere, passando per la qualità dei singoli e l’attacco asfittico. Il nuovo tecnico dovrà lavorare nella pausa per cercare un’identità
Il pari senza reti nel derby della Mole ha riportato la Juve con i piedi per terra. Non che gli ultimi risultati positivi avessero azzerato la percezione sui problemi da risolvere, ma gli effetti della cura Spalletti contro il Torino si sono visti poco. Un vero e proprio passo indietro che apre a delle riflessioni in ottica mercato di gennaio e non solo: è necessario sfruttare la sosta per assimilare concetti utili ad acquisire prima possibile una nuova identità, anche se diversi calciatori non sono presenti alla Continassa in questi giorni perché impegnati nelle proprie nazionali.
poca qualità
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Spalletti ha spiegato nell’immediato post partita di Juve-Torino che “sarebbe servita qualche giocata illogica”, dal momento che la formazione di Baroni aveva organizzato delle linee molto strette a difesa della propria area e così aveva tolto spazi utili alla creatività dei bianconeri. La mancanza di qualità in alcune fasi della gara è un tema vecchio, che torna di moda dopo aver tormentato i predecessori di Spalletti che non sono riusciti a trovare la quadra: da Tudor a Thiago Motta, perfino ad Allegri nel momento in cui la Juve avrebbe voluto ripartire dai giovani. In questo senso Yildiz può dare una mano a venir fuori dalla crisi, ma proprio il turco nel derby è mancato più degli altri nei momenti clou.
l’attacco non segna
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David e Openda sono ancora in piena crisi: non fanno gol da diverso tempo e al momento non danno neanche la percezione che si possano sbloccare per trovare presto la continuità in fase di realizzazione. Quello che sta dando molto per adesso è Vlahovic, sempre più centrale e autorevole nel prendere la squadra in mano e metterci la faccia per spiegare i risultati modesti. Se il serbo viene disattivato (al derby è sceso in campo stringendo i denti per un brutto fastidio alla schiena) la Juve per adesso va in estrema difficoltà, perché in questa fase non riesce ad aggrapparsi ad altri. Potrebbe migliorare qualcosa col rientro nelle rotazioni di Zhegrova, potenzialmente uno da numeri interessanti.
carattere
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Negli ultimi anni si è parlato spesso della mancanza di personalità, o di carattere. Spalletti in poche conferenze stampa ha spostato però l’attenzione sulla conoscenza del club, dell’ambiente Juve che ha una pressione particolare che va gestita. Il nuovo allenatore ha preso in esempio Vlahovic per dimostrare come rispetto ai suoi compagni di ruolo, David e Openda, il serbo stia facendo la differenza in questo momento difficile soprattutto grazie alla conoscenza della piazza. Lo stesso discorso può valere per Locatelli, Thuram, Cambiaso, Di Gregorio e anche per Koopmeiners, che da quando è arrivato Spalletti sembra un giocatore nuovo anche semplicemente per lo spirito che trasmette al gruppo.
tenuta
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Il tema che dovrà essere affrontato con vista su gennaio è relativo alla tenuta, considerato che in alcune zone del campo l’allenatore ha poche soluzioni. Soprattutto a centrocampo, Spalletti ha le scelte contate: Koopmeiners braccetto riduce gli spazi per i difensori, ma accorcia ulteriormente la coperta dei mediani. Ancora di più con McKennie che viene spesso allargato sulla corsia, in modo da strutturare meglio la cerniera del centrocampo con Locatelli e Thuram. Sulla lunga distanza però servono rinforzi, così da poter calibrare le forze e saper gestire in modo razionale i ricambi: il ritorno di Miretti può dare un aiuto a centrocampo.
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