Oltre sei milioni di persone nel 2023 hanno visitato l’opera, realizzata nel 1990 e successivamente restaurata: meglio del Pantheon, della Galleria degli Uffizi e del sito archeologico
Mischiare sacro e profano è operazione sempre rischiosa, perché (soprattutto in Italia) in tanti potrebbero offendersi. Va anche aggiunto che la definizione di cosa sia “sacro” e cosa sia “profano” può tranquillamente rientrare nel campo della soggettività.
Tutti in processione da Maradona
A determinante latitudini, infatti, il murales di un ex calciatore può suscitare una devozione maggiore di un reperto archeologico di migliaia di anni fa o di un pezzo di inestimabile valore della collezione dei Medici di Firenze. Se l’ex calciatore in questione è Diego Armando Maradona, e ci si trova a Napoli, diventa tutto più chiaro, sebbene il contributo “esterno” dei turisti abbia dato un contributo fondamentale. Stando a quanto scrive Il Sole 24 ore, che riporta le stime delle agenzie che operano nella zona dei Quartieri Spagnoli, il murale del Pibe de Oro è stato visitato, nel 2023, da ben 6.23 milioni di persone.
Il murales di Maradona secondo solo al Colosseo
Un numero incredibile che lo porterebbe al secondo posto delle attrazioni più visitate del nostro paese, dietro al Colosseo (con 12,3 milioni di spettatori all’anno) e davanti agli scavi di Pompei (“solo” 4,1 milioni di visitatori). Nel mezzo della top five, il Pantheon con 5.19 milioni di visitatori e la Galleria degli Uffizi con 5.13 milioni di ingressi. Un luogo, un santuario vero e proprio, diventato ormai popolare per gli appassionati di calcio o i semplici turisti, tanto da far registrare, secondo i dati Unioncamere/Infocamere, un incremento del 6,5% delle attività commerciali presenti nel raggio di un chilometro quadrato. Da dicembre 2022 a luglio 2023 uno share del +35% rispetto all’anno precedente, dato al quale ha contribuito lo Scudetto del Napoli.
Storia e rinascita del Murales di Diego
Il tutto viene calcolato naturalmente in maniera piuttosto approssimativa, dato che non esiste una biglietteria o un ingresso contingentato, e quindi dei dati oggettivi. Ma i numeri non sono certamente buttati a caso. Il murales di Diego Armando Maradona venne realizzato dal compianto Mario Filardi nel 1990 sulla scia dell’entusiasmo del secondo scudetto conquistato dal Napoli. Ma la “rinascita” del murales, diventato rapidamente luogo di culto, è avvenuta a partire dal 2016 quando l’artista Salvatore Iodice propose alla famiglia Vitiello, che abitava in quella casa da oltre 10 anni, il permesso di sovrapporre due ante di legno alla finestra del bagno, su cui poter ricalcare il disegno di Mario Filardi.
Morto Diego, viva Diego
Nel 2017 il murales venne ulteriormente impreziosito dalla firma di Francisco Bosoletti, artista italo-argentino, che oltre a dipingere la donna velata “Iside” sulla facciata del palazzo adiacente a quello del murales, decise di rendere il viso di Diego meno stilizzato, dandogli un’aspetto più realistico. Quello era il periodo in cui stava esplodendo la rinascita turistica di Napoli, dei Quartieri Spagnoli: nel novembre 2020 la morte di Maradona ha contributo a rendere ancora più sacro lo slargo di via Emanuele De Deo. Che da quel momento è diventato semplicemente “Largo Maradona“. Il resto, come suol dirsi, è storia.
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