“Ci manca un vice De Vrij e dobbiamo coprire il buco lasciato dall’addio di Ranocchia” diceva all’epoca Simone Inzaghi. Tre anni dopo e con una Champions in meno, ecco lo svizzero
All’epoca, Manuel Akanji giocava ancora nel Borussia Dortmund. Veniva considerato l’erede ideale di Skriniar già diretto verso Parigi nonostante un contratto che sarebbe scaduto l’anno successivo, in più andava numericamente coperto il buco lasciato dall’addio di Ranocchia e piazzato un nome forte alle spalle (o alla pari) di De Vrij. Del resto, a sottolinearlo era stato lo stesso Simone Inzaghi che reclamava rinforzi: “Ci manca solo un vice De Vrij e dobbiamo coprire il buco lasciato dall’addio di Ranocchia”. Il profilo ideale era proprio quello di Akanji, per cui i gialloneri chiedevano una ventina di milioni di euro. L’Inter non arrivò a tanto e provò a convincere i tedeschi con proposte alternative – ben più basse -, poi arrivò il Manchester City che pareggiò le richieste del Dortmund e si portò il difensore in Inghilterra. Sliding doors della vita, perché qualche mese più tardi ad Istanbul fu proprio il difensore svizzero ad avviare l’azione che portò al gol decisivo di Rodri in finale di Champions proprio contro i nerazzurri.
in ritardo
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Sgroppata di Akanji, imbucata per Bernardo Silva, deviazione di Acerbi che di fatto accomoda il pallone sul destro di Rodri e destro in porta. Qualche interista avrà cercato di rimuovere dalla propria memoria l’azione del gol decisivo che ad Istanbul mise nelle mani del City la Champions League, la maggior parte invece se la ricorderà precisamente a memoria. Curioso come tutto nacque da un’iniziativa di Akanji, che quella finale avrebbe potuto sì giocarla, ma vestito di nerazzurro. Tre anni dopo e con una Champions in meno (anche due), i tempi per lo sbarco dello svizzero a Milano sono finalmente maturi. Chissà se esisterà un’altra occasione di riscatto in Europa. Di sicuro, il nemico non sarà più Akanji.
