Maura, consorte dell’agente, al Corriere: “Col fratello aveva un rapporto complicato, ma da quando è malato sono tornati a sentirsi e lui è felice. Cadeva spesso, si stancava, ma non voleva fare esami, finché un giorno Claudio…”
“Una vita senza di lui non la immagino, proprio non ci riesco”. Queste le prime parole in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera di Maura, moglie del procuratore Matteo Materazzi, fratello del campione del mondo Marco e figlio di dell’ex tecnico e calciatore Beppe. Matteo ha 49 anni e da settembre gli è stata diagnosticata una forma molto aggressiva di Sla (malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce le cellule nervose responsabili del controllo dei muscoli). Maura nei giorni scorsi ha avviato una raccolta di fondi che in poche ore ha toccato i 200mila euro con “una persona speciale del mondo del calcio che ne ha ha versati da solo 50mila”. “L’obiettivo è salvare la vita di mio marito e di chi in futuro affronterà la stessa malattia – dice Maura -. Penso anche ai nostri figli, Geremia di 18 anni e Gianfilippo di 16, che hanno fra il 15 e il 20% di possibilità di sviluppare la medesima mutazione”.
situazione
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L’obiettivo è “creare una terapia ASO personalizzata per la mutazione rara che lo ha colpito. Nel suo caso, poi, c’è una difficoltà in più: la proteina che si accumula nelle cellule neuronali e che le intossica è anche funzionale alla cellula stessa. Il che rende la ricerca di una cura più difficile. Siamo in contatto con la Columbia University e il dottor Shneider, un pioniere. Servono un milione e mezzo di dollari. E tempo”. Quanto? “Un anno, ma chissà se lo avremo”.
origine
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La malattia di Matteo è iniziata “da una forte depressione, che lo ha portato a chiudersi, a non voler più uscire con gli amici. Ci hanno spiegato che potrebbe essere stata il preludio alla malattia. Ha iniziato a zoppicare, pensava di essersi fatto male saltando una staccionata. Cadeva spesso, camminava in modo robotico, si stancava molto. Ma non voleva fare esami”. Maura pesa le parole mentre racconta le sofferenze del marito: “Poi a una partita di nostro figlio Gianfilippo, che gioca nelle giovanili della Lazio. Un torneo organizzato dalla Fondazione Vialli e Mauro. Matteo è sugli spalti, non salta una partita. Perde l’equilibrio, cade. Lì vicino c’è Claudio Marchisio (ex Juve), gli chiede come sta, lo ascolta, insinua il dubbio. ‘Ti sei fatto vedere da qualcuno?’. La Fondazione ci mette in contatto con il professor Sabatelli del centro Nemo di Roma. Per la diagnosi non ha avuto bisogno neanche di fargli gli esami”.
reazione
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Maura dice che lei e il marito hanno “pianto per una settimana intera, giorno e notte. Poi abbiamo reagito. Io sono una persona pragmatica, lui ottimista per natura. In pochi mesi ha perso l’uso delle gambe, finendo sulla sedia a rotelle. Oggi non muove più neanche le braccia, solo un po’ le mani. La malattia sta avanzando velocemente. Vorrebbe vedere crescere i figli ma non ci crede. È realista, il 50% di malati di Sla muore entro tre anni”.
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il fratello
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Maura parla anche del ritrovato rapporto del marito col fratello Marco, ex difensore – tra le altre – dell’Inter, oltre che della Nazionale: Per anni hanno avuto un rapporto complicato, ma dall’inizio della malattia sono tornati a parlarsi ogni giorno. Anche Marco si sta spendendo nelle sue possibilità, non possiamo dimenticare che ha una famiglia. Ma gli è accanto a lui, come tutti noi. E di questo Matteo è felicissimo”.
La Gazzetta dello Sport
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