Contro l’estrema destra che avanza e difendo mio fratello Nico

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La bandiera dei baschi orgogliosa di rappresentare il club e di essere un punto di riferimento contro il razzismo per abbattere tutte le barriere

Una denuncia al razzismo e un invito ad abbattere le barriere e la difesa ad oltranza del fratello Nico che ha resistito alle sirene del Barcellona e di tante big pur di rimanere a Bilbao. E’ un manifesto d’orgoglio la prima conferenza di Inaki Williams come capitano dell’Athletic. L’attaccante è stato schietto sull’argomento e ha parlato dell’orgoglio di essere il primo capitano nero a indossare la fascia da capitano della squadra basca.

L’orgoglio di indossare la fascia

“Significa molto – ha attaccato Inaki Williams – Sembra una coincidenza che mia madre e mio padre mi abbiano dato alla luce a Bilbao… ma è destino. Abbiamo la fortuna di rappresentare molte persone che vengono dall’estero per guadagnarsi da vivere, ed essere un punto di riferimento, sia nei Paesi Baschi che in Spagna, è importante. Siamo persone di umili origini, ed esprimerlo è un bene per tutti. L’estrema destra è di moda, e chi di noi ha voce cercherà di continuare a mettere a tacere le bocche e ad abbattere le barriere”.

La scelta di Nico Williams

Da Inaki a Nico, il fratello più giovane che ha detto no al Barca per legarsi con l’Athletic fino al 2035. “Si è parlato molto di mio fratello e molto di ciò che è stato detto su Nico non è vero. Lui ha solo taciuto. Tutti hanno il diritto di pensare e riflettere sul proprio futuro. Molte persone non sono state giuste con mio fratello. La sua decisione non è stata facile. La sua maturità è stata incredibile. Aveva un ampio ventaglio di opzioni e ha scelto l’Athletic Bilbao”.

La sua clausola rescissoria era di soli 58 milioni di euro. “Molte squadre hanno fatto offerte per lui perché è un giocatore di alto livello ma ha preso la decisione migliore. Mio fratello è stato abbastanza chiaro sulla sua decisione, ma è stato necessario stipulare un lungo contratto. Sono successe cose che hanno causato molti danni, come il murale vandalizzato, uno dei finestrini della sua auto rotto…Vedere mio fratello soffrire come capitano dell’Athletic non è facile.”

L’eredità di Guerrero

“La cosa più facile sarebbe andare nelle grandi squadre e vincere Premier League, Bundesliga e Ligas, ma lui ha deciso di restare con noi, con l’Athletic. Per lasciare la sua eredità qui, per giocare con suo fratello e poter andare con i miei genitori, i suoi amici, la sua ragazza e tutti i suoi parenti stretti al San Mamés. Per poter diventare come Julen Guerrero ; è una di quelle persone che ha rifiutato quelle offerte. L’eredità di Julen continua; è la stessa eredità che mio fratello ha deciso di raccogliere, per fare carriera qui come Julen ha fatto ai suoi tempi ed essere un punto di riferimento per i giovani giocatori del settore giovanile”.

Lo stesso Iñaki e sua madre, María, sono stati vicini a Nico. “Molte squadre lo hanno voluto quando aveva solo 22 anni. È rimasto in silenzio e ho dovuto fermarlo molte volte perché vedevo cose che non gli piacevano. Abbiamo avuto molte chiamate e videochiamate durante questo periodo. Le persone dell’Athletic devono capire che non è facile prendere una decisione di vita in un breve lasso di tempo. La decisione però è stata sua e non c’è stata alcuna pressione da parte mia”.

A.Bilbao, Inaki Williams primo capitano di colore: "Contro l'estrema destra che avanza e difendo mio fratello Nico"

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