Finora la società ha incassato con Reijnders e Hernandez e ha preso Modric a parametro zero. E il raduno è alle porte: 7 luglio a Milanello
L’instant team e le trattative stagnanti. Il Milan, nelle intenzioni, ha scelto la strada della squadra pronta, capace di vincere subito. Il Milan, nei fatti, ha chiuso per ora un unico affare in entrata, il parametro zero Modric, e ne ha conclusi due grossi in uscita: Tijjani Reijnders al Manchester City e Theo Hernandez all’Al Hilal in Arabia Saudita, trasferimento definito, ma da ufficializzare. Oggi lo sbilancio è evidente: la società ha incassato quasi 100 milioni – al conto vanno aggiunti i soldi del riscatto di Kalulu da parte della Juve – e ha investito nel contratto milionario di Luka Modric. Poco, pochissimo. Ci vorrà altro per soddisfare le esigenze del nuovo allenatore Massimiliano Allegri. A quasi 40 anni, Modric può incidere ancora nel contesto della Serie A. Il fuoriclasse croato però può essere la ciliegina, non la torta, di cui non si vedono neppure gli ingredienti. Di solito si cucina la torta e, a cottura ultimata, si aggiunge la decorazione. Il Milan ha pronto il candito, ma il forno al momento è vuoto.
Siamo alla fine di giugno e c’è tutto il tempo per completare il mosaico dell’instant team. Il raduno però è dietro l’angolo, il 7 luglio a Milanello, tra dodici giorni, e già dal 4 si procederà a visite e test. Se la preparazione cominciasse domani, aspettando Modric, Allegri lavorerebbe su una platea di giocatori ereditati dalla stagione 2024-25 e con qualche scontento nel gruppo, tipo Mike Maignan, che non ha rinnovato il contratto in scadenza nel 2026 e che non si capisce bene quali intenzioni abbia. È lecito chiedersi se Allegri sia soddisfatto dell’andamento delle trattative, quale sia la forbice tra le sue aspettative e la realtà di un mercato difficile, complicato dalla mancanza dei fondi della Champions League. La proprietà americana è chiamata a investire, il Milan non può permettersi un’altra annata al ribasso. Il rischio è il declassamento, lo scivolamento nella mediocrità.
La scelta di Allegri va nella direzione di un mercato forte, non si può ingaggiare uno dei tecnici italiani più vincenti e non comprargli giocatori fatti e finiti, pronti a correre per lo scudetto. Allegri non è il tipo di allenatore che compensi le carenze con il gioco o che si affidi ai giovani. A proposito, Camarda in prestito al Lecce – un prestito neppure secco, ma con diritto di riscatto e contro-riscatto – dice abbastanza sulla nuova strategia rossonera e sulla fiducia in questo ragazzo, che poteva rappresentare una minima risposta italiana a Lamine Yamal e che farà esperienza in Salento, con Eusebio Di Francesco allenatore. Un po’ come Mourinho, Allegri è bravo a gestire e a motivare gente strutturata. Vorrebbe Rabiot, suo fedelissimo alla Juve, per colmare la voragine creata a centrocampo dalla cessione di Reijnders. Se potesse, prenderebbe forse Vlahovic, juventino emarginato e però costosissimo quanto a ingaggio: non si possono puntare tutte le fiches d’attacco su Santiago Gimenez, che rimane un centravanti di belle speranze. Sulla fascia sinistra, la partenza di Hernandez ha aperto un buco che andrà colmato. E a destra lo stesso, non c’è un terzino/esterno di livello, dato che Walker è rientrato al City e che Emerson Royal verrà piazzato altrove.
Stringenti vincoli economici sembrano frenare l’operatività di Igli Tare, il nuovo direttore sportivo. Le manovre per Xhaka del Leverkusen, per Jashari del Bruges e per Javi Guerra del Valencia, tre centrocampisti, sono in stallo a causa della distanza tra offerte e richieste. Non parliamo neppure di grossi nomi. Bravi e funzionali giocatori, questo sì, ma non fuoriclasse, e il fatto che il Milan non riesca a quagliare per Xhaka, Jashari o Guerra è preoccupante, significa che i confini del budget sono stretti. Ci rifiutiamo di credere che la società covi il pensiero del ridimensionamento. Non è possibile, Giorgio Furlani, l’amministratore delegato, e Tare non avrebbero chiamato Allegri, si sarebbero rivolti a un allenatore meno ingombrante. Se prendi Allegri, sei obbligato a fare un grande mercato. Un po’ come il Napoli con Antonio Conte un anno fa, anche se Lukaku e McTominay arrivarono a fine agosto, dopo la prima giornata. Siamo a fine giugno, ma è meglio che il Milan non attenda troppo, è ora di battere qualche colpo importante. L’instant team per il momento è vacante e in sottofondo si sente sempre il rumore dei tifosi.
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