Nell’ultima stagione ha brillato così come nella sua prima in Ligue1 e poi anche in quella del titolo vinto contro i giganti del Psg: Comolli sa che i numeri del campionato francese non vanno sottovalutati. E quelli del canadese parlano chiaro
È l’estate più importante della carriera di Jonathan David, quella della scelta di “un club ambizioso” che, visti i suoi 25 anni, lo possa accogliere nella fase di piena maturazione. Quel momento che chiama grandi imprese e altri titoli oltre a quello che c’è già in bacheca: uno scudetto francese vinto con il Lilla nel 2021 e la Supercoppa alzata l’anno successivo. Può sembrare quasi una scommessa prendere questo ragazzo ‘di ghiaccio’ che ha giocato soltanto nel Gent e nel Lilla ma di sicuro può rivelarsi un’occasione perché è un parametro zero (occhio però alle commissioni), perché non c’è da coinvolgere nessun club e perché da convincere c’è soltanto lui, il miglior marcatore di sempre della nazionale canadese.
il progetto
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La sua proverbiale calma lo porterà a ponderare ogni proposta e, al di là del lato economico, David dovrà essere accontentato dal punto di vista tecnico. “Voglio una squadra competitiva e con un buon progetto sportivo”. Più chiaro di così non si può. Già a parole qualche settimana fa si sposava perfettamente alla attuale visione juventina e l’ultima apertura lascia spazio a un rinnovato ottimismo. C’è ancora da dialogare comunque e soprattutto c’è ancora la Premier League che incombe. Comolli si gioca le sue carte e a lui che vive di numeri e di valutazioni di rendimento basate sui dati saranno brillati gli occhi a vedere quelli del potenziale sostituto di Vlahovic e nuovo partner di Kolo Muani.

i numeri di david
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Quello macroscopico che rende bene l’idea della sua efficacia sotto porta è il primo da cui partiamo: 109 gol in 232 partite in tutte le competizioni con il Lilla. Le difese italiane sono diverse da quelle francesi ma Comolli conosce molto bene la Ligue1 e non ridimensiona certi conteggi. E poi tra quelle reti ci sono anche le 13 della Ligue1 vinta nel 2020/21. Compresa quella del decisivo 1-0 al Paris al Parco dei Principi che aveva rispedito a -3 Neymar, Mbappè e compagni e che ha spianato la strada per lo scudetto. Nella stagione appena conclusa di gol in campionato ne ha fatti 16 e il bilancio complessivo è stato di 25 reti più 12 assist in 49 partite. Quasi uno ogni due gare. Il paragone con l’ultima stagione di Vlahovic, di cui potrebbe prendere il posto in questa estate, lascia poco spazio alle interpretazioni. Jonathan ha giocato più di Dusan, più presenze e più minuti in generale; 10 gol in più, 7 assist in più, di conseguenza una maggiore percentuale realizzativa, più tocchi nell’area avversaria e più conversione di grandi occasioni create. Sulla carta, con questo curriculum, la Juve avrebbe soltanto da guadagnarci con un attaccante che i gol sa farli e li propizia. Calcia con entrambi i piedi (“Devi essere in grado di tirare con tutti e due in modo che i giocatori non possano prevedere quale userai”, diceva anni fa), svaria davanti e sa abbassarsi per ricevere palla.

Punta, numero 9 che ha giocato lì davanti da solo nel Lilla, ma volendo anche numero 10 che nel suo Canada sa piazzarsi alle spalle dell’attaccante in un 4-2-3-1 ed essere comunque efficace. Solista ma anche in grado di duettare, come accaduto insieme a Burak Yilmaz nella sua prima stagione al Lilla, terminata comunque in doppia cifra (13 gol e 3 assist). Al Lilla andò per sostituire Osimhen, alla Juve servirebbe come post Vlahovic. Madama un’altra mossa l’ha fatta – senza fare all in e continuando comunque a lavorare sulle altre piste –, David riflette. “Non so come sarà il futuro, ma penso che sia entusiasmante sapere che avrai una nuova sfida”.
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