Koopmeiners fra passato e futuro juventino

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Il centrocampista olandese: “Pronto per ripartire dopo un’annata sfortunata tra infortuni e pressione”

L’ America chiama RoboKoop. Philadelphia non sarà Detroit, dove è ambientato lo storico film poliziesco degli anni ottanta, ma basta a Teun Koopmeiners per sentirsi meglio. Gli allenamenti Usa nella verdissima White Sulphur Springs, in West Virginia, hanno avuto un effetto rigenerante per l’olandese. Koop è un freddo, ma i primi dieci mesi di Juventus hanno provato anche lui. Un po’ le attese sovradimensionate per il maxi-trasferimento dall’Atalanta – 51 milioni più bonus – e un po’ qualche infortunio di troppo. A partire da quello più recente e infido: l’infiammazione al tendine d’Achille che di fatto lo ha obbligato a concludere con largo anticipo la Serie A e la volata per la Champions League. Il primo campionato in bianconero di Koopmeiners è andato (appena 3 gol, 4 contando anche quello in Coppa Italia), però la stagione non è finita. “Non sono ancora al cento per cento, ma mi sento sempre meglio. Questo torneo è una grande occasione per me”, garantisce il numero 8. Il Mondiale per club è una sorta di sogno americano per il tuttocampista juventino. Così, dopo il rodaggio di Washington nel debutto vincente contro l’Al Ain, Koop inizia virtualmente la risalita dai 72 gradini della scalinata di Philadelphia resa celebre da Rocky. Lo stadio Lincoln Financial Field, dove oggi la Juventus affronta il Wydad Casablanca (ore 18, orario italiano), dista meno di dieci chilometri. Più che i guantoni, l’olandese è pronto a indossare la sua armatura. Quella che l’ha reso celebre a Bergamo, ma che nell’ultimo periodo è rimasta troppo a lungo chiusa nell’armadietto della Continassa. Nel calcio, però, tutto può cambiare in fretta. A maggior ragione in un Mondiale.

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