Botta e risposta dopo le rivelazioni su una bozza di disegno di legge delega con cui si cambierebbe la ripartizione dei proventi da diritti tv. I presidenti, in chiusura, chiedono di essere “interlocutore unico per questioni che incidono sui bilanci”
Polemica tra Lega Serie A e Governo sulla ripartizione dei diritti tv. Un articolo di ieri di Calcio e Finanza ha svelato la bozza di un disegno di legge delega con cui il Governo interverrebbe nel settore calcistico, in particolare sui diritti tv. Così l’articolo: “Si passa dal superamento (con abrogazione) della cosiddetta Legge Melandri, che dal 2009 regola la vendita e la distribuzione dei ricavi in termini di diritti tv”. Tra le novità principali, si citano la possibilità di assegnare i diritti in esclusiva a un solo operatore per periodi non superiori a tre anni (esempio: tutte le partite a Dazn o Sky) e la diversa ripartizione dei proventi. Nella bozza, i proventi da diritti tv verrebbero assegnati per almeno il 50% in parti uguali ai club, una parte in base ai risultati sportivi, una parte in base alla formazione e all’utilizzo dei giovani italiani. Norma che sfavorirebbe i grandi club rispetto alla ripartizione attuale.
il comunicato polemico della lega
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Il documento è stato visionato anche dai club di A, che nel Consiglio di Lega in programma questa mattina hanno anche ipotizzato di chiedere le dimissioni di Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani. I presidenti sono stati infastiditi per non essere stati consultati in fase di stesura della bozza e perché, nel documento, si ipotizzerebbe di destinare una quota dei diritti tv a un altro sport professionistico. La Lega ha poi pubblicato un comunicato, condiviso da Milan, Inter e Juventus sui propri siti. “Il Presidente Ezio Simonelli, a nome della Lega Serie A, manifesta con fermezza il proprio stupore per aver appreso, solamente tramite gli organi di stampa, di una riforma del sistema di vendita dei diritti audiovisivi che riguarda direttamente le sue associate. Esprime, al tempo stesso, la contrarietà della Serie A ad un disegno di legge predisposto senza che vi sia stata alcuna interlocuzione preventiva con la Lega stessa. La Lega Serie A evidenzia, soprattutto, la propria netta opposizione a qualsiasi forma di incremento della mutualità esterna che vada a sottrarre ulteriori risorse fondamentali allo sviluppo e alla sostenibilità della Serie A, la quale già peraltro contribuisce al sostegno delle categorie inferiori nella misura del 10% dei diritti audiovisivi. Infine, la Lega Serie A ribadisce con enorme preoccupazione i dannosi effetti del dilagante fenomeno della pirateria audiovisiva, che continua a penalizzare in modo grave e diretto il valore dell’intero sistema sportivo con perdite stimate in oltre 300 milioni di euro annui. La pirateria uccide il calcio”.
la spiegazione di abodi
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Il ministro Abodi, parlando con i cronisti in Transatlantico alla Camera, ha risposto così: “La questione dei diritti? C’è un clamoroso equivoco, c’è una nota della Lega che non ha compreso quello che è uscito ieri. Quello che è uscito ieri, in maniera irrituale, è una prima bozza tecnica, che è stata condivisa con i ministeri cointeressenti, per il loro contributo, nell’ambito di un percorso lungo, che dura un anno, che è quello della legge delega. Non c’è nessun blitz, è stato espresso un giudizio su qualcosa che è uscito in modo irrituale e improprio, sapendo o facendo finta di non sapere che è una prima bozza tecnica nostra, con temi affrontati in modo innovativo, penso all’ipotesi eventuale di una cessione anche a un solo operatore, che oggi non è prevista”.
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le ultime parole della lega
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I club, a quel punto, hanno contro-risposto: “La Lega Serie A prende atto delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro Abodi a proposito della legge delega e lo ringrazia per il chiarimento. La Lega Serie A confida, anzi ne è certa a questo punto, di essere interlocutore unico per discutere di questioni che vanno a incidere direttamente sui bilanci delle Società di A”.
La Gazzetta dello Sport
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