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Zhang torna e rilancia: da Pavard a Inzaghi, è un'Inter da seconda stella – La Gazzetta dello Sport

September 10, 2023 | by allcalcio.it

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Davide Stoppini
Dì èr kē xīng. Che non è una parolaccia, ma semplicemente la traduzione in cinese di “seconda stella”. Steven Zhang lo sa bene. È il filo conduttore della sua estate, l’obiettivo fisso nella testa del presidente. Ora torna. Vuole godersi da vicino la sua creatura. Il rientro in Italia dalla Cina è annunciato a metà della prossima settimana, salvo cambi improvvisi di agenda. Ma Zhang non vuole rinunciare al derby. Tantomeno alla Champions League: da Istanbul a San Sebastian, il numero uno nerazzurro sarà ancora in trasferta in Spagna al fianco di Inzaghi. 
Assenza fisica non vuol dire distanza. Non è mai così, per Zhang ancor meno. Non c’è giorno in cui non sia in contatto telefonico con Beppe Marotta: filo diretto, anche ora che è finito il mercato e la quotidianità è più semplice da gestire. Steven controlla passo dopo passo l’evoluzione della vicenda stadio, tema che gli sta molto a cuore. E ha aggiornamenti costanti anche con l’area tecnica, proprio con Simone Inzaghi, con il quale si è complimentato dopo le tre vittorie, in maniera ancor più calorosa dopo quella con la Fiorentina. Zhang ha seguito di persona il discorso legato al rinnovo dell’allenatore, chiuso davanti ai suoi occhi durante la tournée in Giappone. E si è entusiasmato per questo avvio di stagione, in cui ha visto una squadra scendere in campo con lo stesso spirito della Champions di una stagione fa. Il derby, agli occhi del presidente, arriva al momento giusto. È da sempre la partita a cui tiene di più, in cui viene fuori profondamente la sua anima milanese. “Mi sento per il 20% italiano”, disse Steven a giugno in un’intervista alla Gazzetta. E quel 20% il derby lo vive da tifoso, tra ansia, sfottò e anche piccole grandi scaramanzie da rispettare. 
Rispettare, sì, proprio come il management nerazzurro ha rispettato le sue indicazioni sul mercato. La sessione estiva nerazzurra si è chiusa in sostanziale pareggio: 102 milioni di euro il valore delle operazioni in uscita, 101 milioni le entrate, considerando gli affari senza i bonus e a titolo definitivo anche quelli in prestito con obbligo di riscatto. Pavard e Frattesi sono le due operazioni più onerose di tutta la Serie A. Ma è soprattutto intorno al francese che si misurano le ambizioni di Zhang. Il presidente aveva capito da Inzaghi e dai dirigenti, Marotta e il d.s. Ausilio, l’importanza di inserire in rosa un difensore di alto livello, l’esigenza tecnica esplicitata a più riprese dall’allenatore. E così ha autorizzato l’investimento, assai oneroso, su un calciatore che sarebbe andato in scadenza nel 2024. A pensarci bene, l’atteggiamento opposto tenuto un anno fa con Skriniar. Ma entrambe le decisioni sono state prese privilegiando l’aspetto tecnico a quello squisitamente finanziario. Il colpo Pavard, nello specifico, è una rifinitura di lusso, eseguita proprio per inseguire lo scudetto, per dare a Inzaghi tutte le cartucce possibili. E pure l’affare last minute, Klaassen, è stato un extrabudget (in termini di monte ingaggi) autorizzato per questioni tecniche. 
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L’Inter vive di equilibri, di sostenibilità. Ma ha imparato a farlo senza abbassare il livello della competitività. E di questo va dato merito al management. C’è un dato impressionante che spiega bene la tendenza del club. Nel 2020-21 l’Inter aveva 133 calciatori professionisti da gestire: un’enormità, come cinque squadre per giocare un solo campionato. Oggi, stagione 2023-24, i giocatori pro legati contrattualmente all’Inter sono diventati 72. Dunque, una cura dimagrante fruttuosa, 61 giocatori in meno, costi a bilancio diminuiti, senza mai intaccare la capacità di restare competitivi. Capacità che per la prossima stagione si esplicita anche con un monte ingaggi ridotto di poco meno di 20 milioni lordi. L’Inter abbassa i costi, ma la voglia di vincere è intatta. Meglio ancora, intatta è la convinzione di aver allestito una squadra in grado di correre in Champions e vincere il derby con il Milan. No, non solo quello in programma tra otto giorni. Ma quello che durerà fino al 26 maggio 2024. Ecco perché Zhang non vede l’ora di ritrovare San Siro. Annusa l’aria giusta, Steven.

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