Zappi e Rocchi: Basta simulatori, violenze sugli arbitri e il clima ostile dalle panchine

allgossip9@gmail.com
7 Min Read

Il presidente dell’Aia e il designatore della Can A e B dalla sede della Figc fanno un sunto della stagione appena finita

Matteo Dalla Vite

Giornalista

Il consueto bilancio di fine anno? Un rompete le righe? Macché: è un “serrate le fila” il doppio ordine che arriva da Antonio Zappi – presidente dell’Aia – e Gianluca Rocchi, il designatore della Can A e B. I temi: stop alle simulazioni, “perché la simulazione è una malattia che all’estero combattono e che qui non ha più senso di esistere, va marcata una linea fra scena teatrale e conseguenza di un contatto”; poi, le proteste dalle panchine “perché abbiamo cercato e avviato il dialogo sempre ma alla lunga è verbo caduto nel vuoto, quindi adotteremo sanzioni più dure”; e ancora, la violenza contro gli arbitri, “per la quale speriamo che possa nascere il Decreto-sport entro l’inizio della prossima stagione, equiparando l’arbitro alla figura di pubblico ufficiale, quindi inserendo l’eventuale violenza all’interno del codice penale, col rischio del carcere. E col governo ne stiamo parlando da tempo”. Le frasi le pronunciano appunto Zappi e Rocchi in una mattinata alla sede Figc per fare un sunto della stagione in corso. I casi sono già stati mostrati a Open Var, le cifre danno il resto. La battaglia su specifici temi va avanti.

Riduzione e simulazione

—  

Sono per esempio diminuiti i rigori rispetto a un anno fa (da 0,34 a 0,27), il Var ha contribuito a correggere ben 136 errori arbitrali nel corso dell’annata calcistica e intanto gli organici verranno ridotti: 10 arbitri in meno per la prossima stagione con dismissioni e addii, 11 assistenti in meno e invece venti VMO (Var e Avar) in più. Il resto? Introduce il presidente dell’AIA Antonio Zappi: “Non faremo autocelebrazioni, ci metteremo anche in discussione, siamo perfezionisti e incontentabili: sappiamo di dover fare sempre meglio, ma è scritto nei dati che gli errori si sono ridotti di molto. Però dobbiamo comunque metterci in discussione riguardo alle molte domande che ci sono. C’è ampiezza di organico, per cui la prossima stagione la affronteremo con meno arbitri, ci sarà più turnazione; investiremo negli Under, al Mondiale per club avremo un solo Var (Di Bello) e quindi bisogna crescere, serve rigenerare la classe arbitrale. Poi, il tema-allenatori, il comportamento dei tecnici che hanno varcato il confine: furore a bordocampo, clima ostile che si trasforma in effetto negativo, ci vuole responsabilità nel ruolo che si occupa. E la simulazione: va combattuta, va messa una linea fra scena teatrale e conseguenza di un contatto. Si sentono anche urla “disumane”, per impressionare l’arbitro, si induce l’arbitro a sbagliare. Come risolverla? Con la responsabilità di tutti”. 

Violenza

—  

Poi, il tema-violenza sugli arbitri. “Vanno alzati i livelli della risposta repressiva – continua il presidente dell’Aia –: abbiamo chiesto aiuto per riconoscere nel codice penale la figura arbitrale alla stregua di medici, operatori di pubblico servizio e che possa essere equiparato a professioni che poi, in caso di danno, porti il responsabile al rischio-carcere. È stato istituto un osservatorio con a capo Carlo Pacifici: stiamo studiando la relazione diretta che c’è fra reazioni di vertice e la conseguenze alla base”. Insomma: certi atteggiamenti in campo portano a riverberi attorno. “I comportamenti violenti sono spesso posti in essere da tesserati. L’auspicio è il Decreto-sport che possa tutelare i nostri arbitri giovani, e che questo decreto a livello governativo possa essere pronto prima dell’inizio della prossima stagione”.

Se il dialogo non basta

—  

Poi, ecco Gianluca Rocchi: “L’errore che mi ha fatto più arrabbiare? Io mi arrabbio sempre. Non ci possiamo permettere la superficialità. Ma gli errori, grazie a Open Var, li abbiamo sempre fatti vedere: siamo gli unici, e lo ribadisco, che mettono in pubblico i propri errori. Gli unici. L’errore che non rifarei? Nella comunicazione di certi episodi da mostrare (Inter-Roma col fallo da rigore Ndicka-Bisseck che è stato mostrato diversi giorni dopo, ndr): a volte dovevo anche tutelare i ragazzi. Qualcuno l’ha considerato strano ma diciamo che per evitare pensieri meglio far vedere tutto nell’immediato, anche se è questione di tutela dei miei ragazzi a volte”. Rocchi non parla del caso-Rocca (l’assistente che lo ha accusato) “perché c’è un procedimento in corso”, ma discute sulle “On field review” (“Fare più spesso le OFR? Se ne fai in più non muore nessuno. L’importante è non dare l’idea di fare qualcosa in meno. Mai far pensare agli arbitri, però, che il Var sia un paracadute”) e sulla simulazione: “Abbiamo tenuto le linee Uefa e Fifa, e sulle proteste e i dissensi si deve migliorare; forse non sono stato abbastanza convincente o duro io. Il dialogo è la miglior forma per trovare un rapporto, ma il dialogo non può essere a senso unico: dirò ai ragazzi di essere più duri, perché certe proteste visti sulle panchine non sono più tollerabili. Se dobbiamo fare i cattivi lo faremo. Che immagine del nostro calcio diamo se mandiamo fuori 8 allenatori? Noi non vogliamo ovviamente, ma la vivo come una sconfitta: il dialogo non basta?”.

Doppio tocco

—  

Infine, a partire dal 1° luglio, l’Ifab ha decretato quanto segue: avete presente il rigore calciato da Julian Alvarez in Atletico Madrid-Real Madrid (ottavi di Champions) con doppio tocco e gol annullato? L’organo che legifera ha deciso di cambiare le conseguenze: se il tiro, con doppio tocco involontario, va in rete, il rigore viene ribattuto; in caso di non-gol il penalty non viene ribattuto e sussiste il calcio di punizione indiretto; se il doppio tocco è volontario, calcio di punizione indiretto.



Share This Article
Leave a Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *