Vitinha alla Lazio nel 2022, il retroscena di mercato

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Il regista portoghese del Psg era il preferito di Sarri e l’allora uomo mercato biancoceleste

Elmar Bergonzini

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Arrivare prima degli altri. Questo, nello sport, è l’obiettivo principale quando si compete a massimi livelli. E questo è quanto Igli Tare, per anni, ha cercato di fare (spesso riuscendoci) sul mercato. I casi di Felipe Anderson e Milinkovic, portati alla Lazio quando avevano appena compiuto 20 anni, sono emblematici. Fra le ottime intuizioni del nuovo direttore sportivo del Milan c’è anche quel Vitinha che nella finale di Champions (e non solo) dominata con l’Inter ha retto da solo il centrocampo del Psg, recuperando palloni, dettando i ritmi e perfino servendo l’assist per uno dei gol di Doué.

colpo di fulmine

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Estate del 2022: dopo 5 anni disputati a grandi livelli (con tre titoli vinti) Lucas Leiva lascia la Lazio per tonare in Brasile. Ai biancocelesti veniva a mancare una figura fondamentale del proprio centrocampo. In quella stagione, la 2021-22, la Lazio incontrò il Porto in Europa League, nel primo turno dopo la fase a gironi. Nella gara d’andata, giocata in Portogallo, emerse Vitinha: Conceicao, tecnico del Porto, inizialmente lo tenne in panchina e la Lazio disputò un ottimo primo tempo, portandosi in vantaggio. Al 46′ Vitinha venne mandato in campo e la partita cambiò. Il Porto trovò l’equilibrio tattico e riuscì a vincere quella partita (2-1). Non un caso che al ritorno Vitinha venne schierato dal primo minuto. Tare (che lo seguiva già da tempo) e Sarri, vedendolo dal vivo, si innamorarono di lui e, con l’addio di Leiva, provarono a prenderlo.

trattativa

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La Lazio, nella persona di Tare, si mosse per prenderlo. Piaceva, e tanto. Al giocatore l’idea di trasferirsi a Roma e di giocare per Sarri non dispiaceva nemmeno. Ma il Porto, consapevole di avere in mano un gioiello, temporeggiò e alzò in continuazione la richiesta per il cartellino, arrivando a fissare il prezzo fra i 25 e i 30 milioni. Troppi per la politica del club (mai, in 21 anni di gestione, Lotito ne ha spesi tanti per un singolo giocatore), che, inoltre, qualche settimana dopo, vide muoversi sul giocatore proprio il Psg. Il Porto fece muro e i francesi, pur di averlo, pagarono i 40 milioni della clausola di rescissione. E così Tare, pur essendo arrivato prima, si dovette arrendere. Perdendo formalmente una gara che per velocità d’intuizione avrebbe meritato di vincere.



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