I salentini, in ansia per Gaspar (uscito dopo uno scontro con Sarr), raggiungono l’Empoli al terzultimo posto, ma il Venezia potrebbe scavalcarle entrambe. Zanetti a +5 sulla zona retrocessione
Come diceva Cruijff, quando non puoi vincere assicurati di non perdere. Un punticino stiracchiato per Verona e Lecce, frutto di un match tutt’altro che spettacolare. Gol nel primo tempo, di Krstovic e Coppola. Vince la tensione per la posta in palio altissima. Il Verona può sorridere ma a denti stretti poiché mantiene cinque punti sulle terzultime, proprio il Lecce a braccetto con l’Empoli. Occasione mancata per il popolo gialloblù di festeggiare la salvezza proprio nel giorno del quarantennale dello scudetto, con le vecchie glorie in passerella al Bentegodi.
ieri
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Prima della gara, sfilata a bordocampo di molti dei giocatori che proprio quarant’anni fa, il 12 maggio 1985, si laurearono campioni d’Italia. Una squadra leggendaria guidata da Osvaldo Bagnoli. In porta il compianto Garella; Ferroni, Luciano Marangon, Tricella, Fontolan, Briegel, Fanna, Volpati, Galderisi, Di Gennaro, Elkjaer. Questa la formazione base, con Bruni e Sacchetti altre pedine fondamentali. E poi Spuri, il secondo di Garella, Fabio Marangon, Donà, Terracciano, Turchetta. Stadio tutto esaurito, l’omaggio della Curva con lo striscione che recita: “Lo scudetto noi, per sempre resterà… Viva il Verona Calcio e Verona città!”.
oggi
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Zanetti ritrova in difesa Coppola e Ghilardi dopo la squalifica, a cui aggiunge Frese, che sulla sinistra rileva Bradaric. A centrocampo c’è Niasse e non Serdar a fare coppia con Duda, davanti Suslov dietro le due punte Sarr e Tengstedt, al rientro da titolare dopo due lunghi infortuni. Giampaolo può contare sul bomber Krstovic, che stringe i denti per un affaticamento muscolare. Ai suoi lati N’Dri e Morente. Nel trio di centrocampo la spunta Helgason, con Pierret e Coulibaly a supporto. Una scelta dunque improntata più sulla qualità che sulla fisicità, a testimonianza della volontà dei giallorossi di provare a tutti i costi a vincerla.
braccino gialloblù
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Partenza con il freno a mano tirato per entrambe le squadre, assai tese per l’importanza della posta in palio. Gioco molto spezzettato dai falli. Il primo tiro in porta è degli ospiti, con Morente al quarto d’ora, sgusciato sulla destra, che tenta di sorprendere Montipò sul suo palo: angolo. Meglio il Lecce in avvio, con Coulibaly trattore in mezzo al campo che strappa di potenza. Troppo contratti i gialloblù. Infatti, ospiti avanti al 23’ con Krstovic, su assist di Morente, che anticipa un Niasse troppo molle sulla trequarti, e imbuca a centro area per il montenegrino, all’undicesimo gol in campionato. Il Verona non c’è, sembra tornata quella squadra tramortita e frenata dalla tensione che tante volte si era vista, soprattutto in casa: nella prima mezzora nessuno tiro verso la porta e una sequela di imprecisioni fra tempi dell’anticipo sbagliati, passaggi fuori misura e palloni regalati all’avversario. Proprio nel momento più buio, minuto 41, è bastata una palla inattiva (punizione dalla trequarti sinistra) per trovare un pareggio casuale, con Coppola di testa marcato malamente da Pierret, che con una parabola arcuata beffa Falcone.
Tanti cambi per nulla
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Nella ripresa fuori Suslov, ammonito, per Serdar. Nel Lecce non c’è Guilbert, al suo posto Veiga. Verona più pimpante (ma ci voleva veramente poco), con due conclusioni in porta in 4 minuti: Sarr di testa (ma fuorigioco) e Serdar. Al 10’ Giampaolo cambia entrambi gli esterni d’attacco: a destra Pierotti per N’Dri e dall’altra parte Banda per Morente. Al quarto d’ora occasionissima Lecce a seguito di uno sfondamento del solito Coulibaly, che trova sulla destra Veiga, palla in mezzo ma sull’altro palo Banda arriva con un attimo di ritardo. Ultima vera fiammata del match, che nella parte centrale della ripresa ha fatto vedere una girandola di cambi ma pochissime occasioni. Lecce già con la mente alla prossima, in casa contro il Torino, dove non varrà più la massima di Cruijff e conteranno solo i tre punti.
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