Una rete dal dischetto realizzata dall’argentino al 57′ regala i tre punti ai giallorossi. La squadra di Ranieri, all’ottavo risultato utile di fila, si riporta nella zona alta della classifica, in lotta per l’Europa
Undici metri di felicità e sollievo. Dopo l’amara eliminazione in Coppa Italia ai quarti contro il Milan, la Roma si prende la scena a Venezia in campionato, piegando la squadra dell’ex Eusebio Di Francesco con un gol nella ripresa su calcio di rigore di Dybala, al sesto gol in Serie A. In fondo ad un match molto combattuto, i giallorossi vincono così la seconda gara fuori casa della stagione dopo quella di Udine e si regalano l’ottavo risultato utile di fila in Serie A: una gioia doppia che serve alla squadra e a tutto l’ambiente giallorosso per ritrovare un po’ di serenità dopo giorni difficili.
CHE RITMO
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Di Francesco schiera Radu tra i pali e una difesa a tre composta da Marcandalli, Idzes e Candé, mentre nel centrocampo a cinque spazio a Zerbin e Ellertsson e in attacco c’è Fila terminale offensivo, sostenuto da Yeboah. Ranieri, invece, lancia dal 1’ l’ultimo acquisto Gourna-Douath al posto dello squalificato Koné. E conferma Dybala sulla trequarti, accanto a El Shaarawy e dietro a Dovbyk. Al Penzo è battaglia fin dalle prime battute. La Roma si rende già pericolosa al 6’: prima con El Shaarawy e Dovbyk (tiri respinti), poi ci prova Dybala ma la conclusione viene bloccata a terra da Radu. Al 12’ i veneti chiedono il calcio di rigore per un presunto tocco di braccio di Mancini su tiro ravvicinato in area di Yeboah e per un’entrata di Cristante su Zerbin, ma per l’arbitro i due episodi (visionati anche dal Var) sono regolari. Sul rovesciamento di prospettiva, è Dovbyk ad impensierire Radu. Le aree di rigore del Venezia e della Roma col passare dei minuti cominciano a trasformarsi in giganteschi flipper, in cui la palla schizza da una parte e dall’altra: al 30’ è Mancini ad andare vicinissimo al gol, sorprendendo nell’occasione Radu, ma per fortuna dei veneti è Nicolussi Caviglia a salvare sulla linea. Sono continui i botta e risposta. E dopo un altro colpo di testa da distanza ravvicinata di Dovbyk (servito da Celik), su cui al 37’ è bravo il portiere dei padroni di casa a deviare in angolo in tuffo, è il Venezia a chiudere il tempo all’attacco al 44’ con Marcandalli che manda di poco a lato su un cross intriso di veleno di Kike Perez.
JOYA GIALLOROSSA
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Anche nella ripresa la partita si fa subito elettrica. Ranieri ci prova inserendo Saelemaekers a destra (al posto di Rensch), nella speranza di aggirare il blocco difensivo del Venezia. Di Francesco dà fiducia a Yeboah e Fila in attacco: i due partono a razzo anche nella ripresa e il centravanti ceco al 5’ lascia partire un sinistro che viene deviato sul fondo da Celik. Passano cinque minuti e la Roma, all’improvviso, passa in vantaggio: Angelino entra in area e viene atterrato da Marcandalli, che tocca prima lo spagnolo e poi il pallone. Dal dischetto Dybala spiazza Radu con una conclusione forte e angolata e porta in vantaggio i giallorossi. Entrano al 13’ Pisilli e Nelsson per la Roma e Schingtienne e Oristanio per il Venezia che prova recuperare sotto la pioggia. Lasciano il campo qualche minuto dopo anche Dybala, sostituito da Baldanzi, e Ellertsson, cui subentra Bjarkason. La Roma si dispone con una difesa a cinque nei ripiegamenti, in modo da contenere meglio le sfuriate del Venezia. E, quando può prova, la ripartenza. DiFra, nel frattempo, gioca anche le carte Maric e Gytkyaer e si arrabbia pure parecchio per alcune decisioni dell’arbitro Zufferli, talvolta fiscale all’eccesso. Più possesso palla per i veneti, ma più cinici i giallorossi (5 tiri di cui 3 nello specchio). Che ringraziano Mancini per un anticipo decisivo su Maric al 41’, prima di levare al cielo le braccia al triplice fischio per una vittoria di enorme importanza per risalire in classifica verso la zona Europa.
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